Archiviate Spa e Monza, la Formula 1 approda a Singapore sul cittadino di Marina Bay, un tracciato dalle caratteristiche radicalmente differenti per via della ridotta velocità media sul giro, che in passato ha portato spesso a sfiorare il limite massimo delle due ore di gara.

Una pista dall’asfalto gibboso che conta ben 23 curve, dove equilibrio in frenata e trazione sono elementi essenziali per attaccare pur adottando una guida pulita, improntata alla scorrevolezza e al ritmo. L’errore, come a Monaco, è dietro l’angolo.

Quello di Marina Bay è un banco di prova impegnativo per l’affidabilità delle monoposto in generale e uno dei circuiti più severi del Mondiale per i freni. Infatti, oltre ai numerosi punti di staccata – alcuni dei quali piuttosto severi –, la successione di curve senza respiro unita alla mancanza di grandi allunghi rende difficile il raffreddamento dell’impianto, favorendo l’insorgere del fading (il fenomeno di affaticamento che allunga la corsa del pedale generando, di conseguenza, una minore sensibilità nella guida).

Il pilota trascorre ben il 24% del tempo in frenata, uno stress amplificato dal clima e, in gara, dai carichi benzina che renderanno la sfida ancor più complicata. “Le temperature elevate non sono estreme solo per chi guida, ma anche per l’impianto frenante. – spiega Esteban Gutierrez, in lizza per un sedile del team Haas nel 2016 - A Singapore ci sono frenate importanti e un aspetto estremamente delicato è il raffreddamento dei materiali. L’umidità complica ulteriormente la dispersione del calore dei freni e per questo, su un tracciato cittadino senza molti rettilinei, il loro raffreddamento assume un’importanza fondamentale. Siamo inoltre circondati da palazzi, quindi arriva ancora meno aria”.

Le frenate più impegnative coi valori di decelerazione più elevati sono la curva 1 (4,9G), la 7 (5.1G, si passa da 320 orari a poco meno di 100 km/h) – il punto migliore per tentare il sorpasso, dopo un rettilineo a Drs aperto - e la 14 (4,3G), dove nel 2011 Michael Schumacher mancò clamorosamente il punto di frenata travolgendo l’incolpevole Vergne.

Avere una trazione efficace è altrettanto cruciale per uscire dalle molte curve lente senza pattinare, evitando così un surriscaldamento deleterio per le gomme posteriori. Pirelli porterà l’accoppiata di mescole soft e supersoftin grado di offrire il massimo grip meccanico e un rapido warm-up”, ha spiegato Paul Hembery.

La strategia dipenderà da un elevato numero di fattori tra i quali l’evoluzione della temperatura dell’asfalto, il grande gap di prestazioni tra le due mescole (stimato tra 1,8” e 2,2”), la necessità di risparmiare carburante e, non dimentichiamolo, l’elevata probabilità di safety car, che sinora ha caratterizzato ogni gara di Singapore. Lo scorso anno Hamilton vinse in tre soste, fermandosi al 15mo, 31mo e 52mo giro e montando le soft solo nello stint finale.