Essendo il più giovane pilota nella storia della F1, il debutto di Max Verstappen nel grande circus era destinato a suscitare curiosità negli appassionati e, inevitabilmente, anche qualche dubbio sulla poca esperienza in categorie di alto livello, con un solo anno di F3 alle spalle. Molti lo attendevano al varco; errori, in verità, ne ha compiuti davvero pochi, facendosi invece apprezzare per la maturità in pista e la disinvoltura all’interno del paddock.

Le critiche non sono comunque mancate: è arrivata, a più riprese, la paternale di Felipe Massa, che lo ha rimbeccato per il botto di Monaco e le conseguenze ben più serie che avrebbe potuto causare. Ma Verstappen non ha fatto una piega, mostrando di avere personalità sufficiente a sopravvivere e affermarsi in un ambiente spietato come quello della F1.

A Formula1.com Max ha dichiarato di non aver mai sentito grande pressione attorno a sé, “neanche a inizio stagione”. Nelle prime due gare, la priorità “era finire la corsa per guadagnare esperienza e prendere confidenza coi sorpassi, per poi poterne fare di più arrischiati. Sto migliorando”.

Non è stata una passeggiata, neanche per un talento ritenuto da molti erede naturale di Senna. L’aspetto più complicato – ha spiegato - è stato “familiarizzare sempre più con l’auto e ogni fase delle qualifiche per trarre il meglio dalle gomme e dal set up, differente per Q1, Q2 e Q3. Anche i circuiti extra europei, dove vanto scarsa esperienza, sono stati una bella sfida”.

Max che muove i suoi primi passi in F1 seguito come un ombra dal padre Jos, ex pilota di F1 e suo pigmalione fin dagli esordi: “Mi ha sempre dato molti consigli sin da quando ero giovane. Mi dice sempre ‘E’ stata una buona giornata, ma continua a migliorarti e a lavorare col team’. Sa come funziona. Mi stimola continuamente”.

Non che abbia bisogno di incoraggiamenti, Max. Il quarto posto colto in Ungheria, primo risultato di un certo rilievo, è sintesi di caparbietà e prontezza, lettura di gara e bravura nello sfruttare i plus della monoposto. Una vettura, la Toro Rosso, tra le migliori per efficienza telaistica e capacità di generare downforce, più indietro invece sul fronte dei cavalli, penalizzata dalle carenze della power unit Renault: “La macchina è davvero buona e guidabile. – ha confermato l’olandese - Ci manca velocità sul dritto ma non possiamo farci nulla. Cerchiamo in ogni caso di fare il massimo possibile”.

Verstappen che dice di trovare eccitante la F1 odierna– anche se “rumore e downforce andrebbero incrementati” - e non si lascia guastare il sonno dalle nuove regole, che da Spa affideranno lo stacco frizione alla sensibilità dei piloti, perché “è lo stesso per tutti. Non resta che adattarsi, non è un problema”.

Partenza che resta comunque una delle fasi più delicate per il pilota, in quanto “devi trovare le giuste regolazioni, la corretta posizione del piede sinistro e avere buoni riflessi. In più devi fare attenzione a non far pattinare le ruote”. L’olandese ha precisato di non fare calcoli allo start: “No, è sempre diverso. Guardo le edizioni passate per farmi un’idea di cosa potrà accadere. Speri solo di avere un buon scatto e prevedere cosa accadrà davanti a te”.

Resta sempre sereno e fiducioso, Verstappen. Ma dovrà pur avere delle ansie un ragazzo che non ha ancora raggiunto la maggiore età? Al pari di molti giovani piloti, il tallone d’Achille di Max è la scuola, obbligatoria in Olanda fino ai 18 anni: “E’ una storia un po’ difficile. Questo avrebbe dovuto essere il mio ultimo anno, ma la F1 è un treno che passa una sola volta e puoi sempre finirla in futuro. Ma spero di non doverci tornare, odio la scuola!”.