La vaghezza normativa è il pane quotidiano in Formula 1. Ogni qualvolta la Federazione ha deciso di introdurre nuove restrizioni in ambito tecnico, lamentele e polemiche si sono accompagnate al tentativo di aggirarle, più o meno lecitamente, per ottenere un vantaggio sulla concorrenza.

Vedremo come le squadre reagiranno ai cambiamenti apportati alla procedura d’avvio, operativa da Spa, che - è bene ripeterlo - sarà sfoltita di gran parte degli ausili elettronici, tornando nel dominio del pilota e della sua sensibilità.  

Intanto, ingegneri e responsabili di vari team hanno sollevato forti dubbi sull’effettiva capacità di impostare i nuovi sistemi per garantirsi allo stesso tempo il miglior scatto possibile e l’affidabilità in gara, ventilando una soluzione di compromesso tra l’una e l’altra ipotesi.

I piloti sapranno in anticipo che incapperanno in una brutta partenza e non potranno far nulla per cambiare la situazione” ha precisato il team manager della Force India Andy Stevenson.

Il timore è che una regolazione non ottimale porti a bruciare la frizione direttamente in partenza o a comprometterla tanto da determinarne il cedimento durante la gara. Molto dipenderà dalla bravura del pilota.

Alcuni team potrebbero puntare tutto sullo start, fase che si è già rivelata decisiva nell’ultimo gp di Ungheria, proiettando Vettel al trionfo; altri sceglieranno una tattica più conservativa, per non rischiare di farsi appiedare dalla frizione: una diversità di strategie che aggiungerà incertezza al via di Spa: “Diversi ingegneri hanno già sentenziato che a Spa ci sarà una grande confusione in partenza – ha scritto Michael Schmidt, firma autorevole della testata tedesca ‘Auto Moto und Sports’ – la Fia è stata bombardata in queste settimane di richieste di chiarimento in merito a cosa si può fare o meno”.