Vacanze meritate in Red Bull. Il team austriaco riparte dall’Ungheria con un secondo e terzo posto: un bottino insufficiente a entusiasmare uomini abituati al dominio e ora costretti a inseguire, abbastanza per rasserenare gli animi e dare nuove prospettive alla stagione in corso.

Non sarà facile. La RB11 ha compiuto notevoli miglioramenti da inizio stagione, quando soffriva problemi al telaio e, in parte, aerodinamici. Gli ultimi sviluppi, su tutti l’introduzione del muso corto e l’iniezione di cavalli extra garantita dalla nuova benzina Total, hanno sospinto le monoposto giallo-blu a ridosso di Ferrari e Williams, il podio di Budapest è lì a testimoniarlo.

Anche l’affidabilità ha fatto passi avanti, come evidenziato da Rémi Taffin, responsabile delle operazioni in pista Renault: “L’attitudine a non mollare mai ha ripagato. Non solo è migliorata l’affidabilità, portandoci a finire la gara, ma anche le prestazioni hanno compiuto un balzo in avanti, permettendoci di lottare per le posizioni di testa”. Tuttavia, la strada è ancora lunga: “Sappiamo in quale direzione stiamo andando e siamo consapevoli di avere ancora dei miglioramenti da dover fare per puntare con regolarità a risultati come quelli in Ungheria”, aggiunge Taffin.

I margini di sviluppo sono in teoria notevoli, grazie ai 13 gettoni ancora disponibili, ma Renault ha fissato il prossimo aggiornamento solo per il Gp di Russia, che si correrà a ottobre. Una scelta controversa dato che, fino ad allora, Red Bull e Toro Rosso monteranno i propulsori nella stessa configurazione vista a Melbourne. Probabile che la casa di Viry-Chatillon non voglia svelare subito il proprio potenziale per il 2016 a Red Bull, tutt'ora in trattativa con Mercedes per la fornitura delle power unit.

A complicare i piani di Milton Keynes si aggiunge la (terza) rottura della power unit sulla vettura di Ricciardo, rimediata in FP2 a Budapest. Fumata che potrebbe costringere l’aussie a impiegare l’unità n°5, inaugurata in Austria, per i prossimi 5 Gp (prima di ricevere la power unit evoluta), e la squadra a incassare la prima penalità già a partire da Spa. Oppure dal round successivo a Monza, pista che esige cavalli freschi da poter sfruttare nei lunghi rettilinei: in Red Bull stanno ancora ragionando sul da farsi.

In seguito, il calendario dovrebbe tornare propizio con gli appuntamenti di Singapore, Suzuka e, appunto, Sochi, tracciati che privilegiano grip meccanico e carico aerodinamico, punti di forza storici di Red Bull.