Il weekend di fine aprile, inizio maggio del 1994 ad Imola, terza prova del Mondiale di Formula Uno, partì subito con il piede sbagliato. Le prove libere del venerdì registrarono un incidente senza conseguenze, occorso alla Jordan di Rubens Barrichello, nell'ultima curva prima del rettilineo box. Inizialmente forse nessuno ci pensò, eppure fu un sinistro presagio per il Gran Premio di San Marino. Il giorno dopo infatti durante le qualifiche perse la vita Roland Ratzenberger.
A molti questo nome magari non dirà granchè e quindi proprio per questo va ricordato. Il pilota austriaco, nacque a Salisburgo il 4 luglio del 1960. Arrivò nel Circus molto tardi, a 34 anni, al termine di una lunga gavetta spesa tra: Brands Hatch Formula Ford Festival, F3 Inglese, 5 partecipazioni alle 24 ore di Le Mans. Credette in lui il team Simtek, che però gli mise a disposizione una vettura assai modesta. In Brasile nel primo GP stagionale neppure si qualificò per la gara. Viceversa nella prova successiva dell'Asia Pacifico ad Aida, riuscì a mettere a frutto la sua esperienza nel campionato giapponese, concludendo la gara all'undicesimo posto.
Il GP di San Marino ad Imola sarebbe stato il terzo per Ratzenberger in Formula Uno. Purtroppo però mentre si stava lanciando alla ricerca del miglior tempo per qualificarsi, nel rettilineo tra le curve Tamburello e Villeneuve, la sua vettura subì il distacco della parte superiore destra dell'alettone anteriore. Ciò fece perdere l'aerodinamicità alla Simtek, a quel punto Ratzenberger si trovò impossibilitato a svoltare. Aggravò la situazione il fatto che quelle curve si percorrevano ad oltre 300 km/h. Tutto ciò provocò l'uscita di pista della Simtek, che si schiantò a 306 km/h contro il muro esterno della curva Villeneuve. La vettura poi decelerò e terminò la sua folle corsa nella curva Tosa. Ratzenberger perse conoscenza e subì la frattura della base cranica, che gli fu fatale. Nonostante la tempestività dei soccorsi perse la vita 7 minuti dopo essere arrivato in elicottero all'Ospedale Maggiore di Bologna. Il giorno dopo un analogo triste destino sarebbe purtroppo toccato anche ad Ayrton Senna.