“Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota, e corro veloce per la mia strada, anche se non è più la stessa strada, anche se non è più la stessa cosa, anche se qui non ci sono piloti, anche se qui non ci sono bandiere”. Così inizia la canzone dedicata ad un mito dello sport da un mito della musica italiana, Lucio Dalla. Era il 1996, solo due anni erano passati da quel tragico 1 maggio 1994, ma il ricordo, allora come oggi, è ancora vivo e fresco.

Dal Gran Premio di San Marino, disputatosi sul circuito di Imola, ad oggi sono trascorsi vent’anni. Molto si è discusso e parlato, arrivando in tribunale per stabilire di chi fosse la colpa. Il processo si concluse nel 2005 con l’assoluzione del patron della scuderia per cui allora correva, Frank Williams, e dell’allora progettista Adrian Newey.

Nel weekend più buio che la Formula 1 ricordi, le immagini indelebili dell’incidente di Senna, avvenuto proprio il giorno dopo di Roland Ratzenberger, restano impresse nella mente di chi era all’autodromo Enzo e Dino Ferrari e di chi lo guardava da casa. Il mondo della Formula 1 restava attonito di fronte alla scomparsa di un mito che si credeva immortale.

“E ho deciso una notte di maggio, in una terra di sognatori, ho deciso che forse toccava a me, e ho capito che Dio mi aveva dato il potere di far tornare indietro il mondo, rimbalzando nella curva insieme a me, mi ha detto “chiudi gli occhi e riposa” e io ho chiuso gli occhi”. Ayrton, una sola parola dà il titolo ad una delle canzoni forse meno note di Dalla, ma non per questo meno d’impatto. Con Senna se ne va un pezzo della Formula 1, ma la leggenda, il mito del Campione brasiliano resteranno sempre vivi nel ricordo di chi ha vissuto quegli anni e di chi vive del racconto di un padre.

LA CARRIERA  - Ayrton Senna da Silva nasce a San Paolo del Brasile nel 1960 da una famiglia benestante. Si avvicina al mondo dell’automobilismo molto presto, iniziando a correre con i kart sul tracciato di Interlagos, nei pressi della sua città natale. Già da subito si dimostra un talento e, dopo aver vinto all’esordio, inizia la sua salita fino alla conquista del titolo del Campionato Sudamericano nel 1978. L’anno successivo approda al mondiale, stabilendosi a Milano e andando molto vicino al titolo nel 1979 e nel 1980.

Nel 1981 abbandona i kart per la Formula Ford 1600, disputando il campionato britannico ed il Townsend-Thoresen e conquistando entrambi i titoli. La storia si ripete l’anno successivo in Formula Ford 2000, che gli vale una gara a fine stagione in Formula 3, dove conquista giro veloce, pole position e vittoria.

Negli anni che seguono, Ayrton Senna è sempre più noto al mondo delle corse e, nel 1984, debutta in Formula 1, disputando il Gran Premio del Brasile sulla Toleman-Hart. La stagione è ottima per l’esordiente, nonostante un vettura non competitiva. Senna riesce ad ottenere dei buoni risultati, migliorando la macchina e portandola addirittura al secondo posto nel Gran Premio di Monaco, tagliando il traguardo sotto una pioggia scrosciante.

Lo strabiliante esordio del giovane brasiliano gli assicura un posto in Lotus, dove ottiene nel 1985 la sua prima vittoria al Gran Premio del Portogallo. Ayrton Senna disputerà tre stagioni nella scuderia inglese, fino a che, nel 1988, passa alla McLaren. Il team di Woking, che disponeva di motori Honda, dà al nuovo fenomeno della Formula 1 la possibilità di esprimere al meglio le sue doti in pista. Qui incontra il nuovo compagno di squadra, quello che sarà “il rivale della vita”, Alain Prost.

Il 1988 è l’anno della svolta: Ayrton Senna conquista 8 vittorie, 13 pole position e, con una gara d’anticipo, si laurea per la prima volta Campione del Mondo. È nel 1989 che la rivalità con Prost si fa sempre più accesa. È noto il Gran Premio del Giappone, in cui i due compagni di squadra si boicottano a vicenda. Un incidente coinvolge i due piloti, con polemiche che ancora oggi vedono contrapporsi idee contrastanti. Prost esce, Senna continua la corsa, ma viene squalificato dopo aver superato Alessandro Nannini. Il titolo va così nelle mani di Alain Prost.

Nel 1990 Alain Prost è in Ferrari, ma la rivalità con Senna non è meno accesa, anzi. I due si confrontano durante tutta la stagione e al Gran Premio del Giappone la storia si ripete: un contatto tra la Ferrari di Prost e la McLaren di Senna provoca l’uscita di entrambi i piloti. Ma a conquistare il titolo piloti è Ayrton Senna, arrivato il terra nipponica in vantaggio in classifica. Senna replica l’anno successivo, iniziato con un po’ di difficoltà, ma terminato con il titolo mondiale due gare prima della fine della stagione.

Nei due anni successivi resta in McLaren senza riuscire a salire sul tetto del mondo, ma è nel 1994, dopo parecchio tempo, che Senna passa alla Williams. In seguito alle nuove regole, la vettura era cambiata, diventando più difficile da guidare. Nonostante ciò, Senna riesce a conquistare due pole position, ritirandosi, però, in entrambe le gare. È al Gran Premio di San Marino che conquista la terza pole position consecutiva. La gara, l’ultima del Campione, si conclude nel modo forse più inaspettato, alla curva del tamburello dello storico circuito di Imola. Ora, dove vent’anni fa si schiantò la Williams, una statua di Ayrton Senna domina dietro la curva, ricordando il mito e l’evento tragico che rimarrà impresso nella memoria di ogni appassionato di Formula 1.