Il mondo della Formula 1 piange Maria De Villota: la 31enne pilota spagnola ,che l'anno scorso fu vittima di un tragico incidente a Duxford durante i test con la Marussia e a seguito del quale perse l'uso dell'occhio destro, è stata infatti trovata morta questa mattina nella sua stanza di un hotel a Siviglia. La De Villota si trovava nella città andalusa in quanto avrebbe dovuto presentare il suo libro "La vita è un dono" il prossimo lunedì. "È una notizia triste per tutto lo sport dei motori, era amica di tutti noi piloti. Non resta che pregare per lei e la sua famiglia, a cui sono vicino. Ho bisogno di qualche minuto per riflettere, ora ho molta tristezza". Queste le parole con cui Fenando Alonso, a Suzuka per il Gran Premio del Giappone, ha commentato la triste notizia.
In attesa dell'autopsia, per il momento viene esclusa la morte violenta: sul corpo della spagnola, infatti, non sono stati trovati segni di volenza. La prima ipotesi fatta dagli inquirenti è quella di una morte naturale, sopraggiunta nel sonno: quando infatti la sua assistenta Arancha ha provato a svegliarla, Maria non ha dato segni di vita. Immediatamente allertati, i sanitari han fatto di tutto per provare a rianimarla ma alla fine si sono dovuti arrendere all'evidenza del decesso della De Vilota. Unanime la reazione dal mondo dello sport: dal rally alle moto fino al calcio, in molti han voluto esprimere il loro cordoglio per la tragica scomaprsa della De Villota.
Reinventarsi - E' bastato un attimo perchè la vita di Maria cambiasse. Un attimo e una rampa di un camion che, chissà per quale motivo, si trovava nella zona dei box de lcircuito. Poi la sfiga, quella che ci vede benissimo quando deve sgambettarti, ci ha messo lo zampino: perchè con tutti i punti in cui la Marussia di Maria doveva finire, è andata proprio a incastrarsi sotto la rampa del camion. Il coma, la paura, poi il risveglio e quella sentenza dura da digerire per una che fin da piccola coltiva il sogno della velocità a quattro ruote: l'occhio destro è irrimediabilmente danneggiato. Perde anche il tatto - poi riacquistato - e l'olfatto, irreversibilmente. Inizia il periodo più duro, affrontato con il sostegno delle persone a lei più care e con tanti progetti in testa: a 30 anni ci si può ancora reinventare, malgrado lo shock di trovarsi da un giorno con l'altro a dover rivedere le proprie prospettive: niente più rombo dei motori, niente più briefing ai box, addio al brivido unico del mondo che ti sfreccia accanto a oltre 300 al'ora.
E poi quella benda alla Pirati dei Caraibi per coprire l'occhio ferito in quell'impatto che avrebbe anche potuto costarle la vita. "Ho tanti progetti in testa" aveva detto in un'intervista alla Gazzetta nello scorso aprile. Conferenze e anche un libro, dal titolo "La vita è un dono". Un dono che, purtroppo, è svanito in una stanza di albero di Siviglia, in un'anonima mattina di ottobre: quando la Dama vestita di nero è venuta a prendersi ciò che Maria, lottando con tutte le sue forze, era riuscita a strapparle.