Dopo il trionfo di domenica scorsa in Qatar, Jorge Lorenzo arriverà ad Austin, in Texas, come leader della classifica iridata. La prima gara della stagione ci ha messo di fronte ad una netta superiorità di Lorenzo nei confronti dei suoi avversari. Merito del talento, della costanza, della forza fisica e mentale e della maturità che ha acquisito in questi anni di MotoGP.

La settimana prossima il paddock atterrerà in Texas per la prima delle tre tappe americane. Si disputerà per la prima volta il Gran Premio sul tracciato di Austin, già sperimentato lo scorso anno dalla Formula 1. Lì, meno di un mese fa, Yamaha e Honda hanno effettuato dei test privati che sicuramente faciliteranno il lavoro di entrambe le squadre nel weekend di gara. Ma non sarà tutto così semplice per Jorge Lorenzo. Nonostante a Losail abbia dimostrato una netta superiorità, soprattutto in gara, dal prossimo weekend dovrà vedersela con degli avversari tostissimi: Marquez e Pedrosa, portacolori della Honda, e, in particolar modo, Valentino Rossi, vecchio (o nuovo) compagno di squadra.

Intanto, tra una gara e l’altra, gli eventi legati agli sponsor non mancano e ieri è stata la volta di Milano. Qui, il Campione del Mondo in carica è stato protagonista di un incontro con i fan organizzato dalla Sector, di cui lui è il nuovo testimonial. Proprio in questa occasione ha rilasciato un’intervista a La Repubblica, nella quale spiega come si è sviluppato ed è cambiato nel corso degli anni il rapporto tra lui e Valentino Rossi. Jorge sostiene: “Nelle moto a questi livelli è difficile un'amicizia vera. C'è stima, anche se in pubblico magari non sembra. Un rapporto tranquillo, professionale, per il bene della Yamaha. Diciamo quasi amici”.

Come ha spesso affermato, Jorge non è venuto tra i paddock per fare amicizie, ma per correre in moto. Quindi, se fuori dalla pista ci sono stima e rispetto reciproco, la competitività e la rivalità tra i due restano molto alte: “Siamo una coppia molto forte, se devo fare un paragone penso a Senna e Prost in McLaren. Con una differenza: loro non avevano avversari, erano molto più avanti degli altri sia a livello di macchina che come talento personale. Noi invece dobbiamo vedercela con Pedrosa e Marquez”.

Certamente Senna e Prost non erano proprio un esempio di amicizia e, come loro due, il rapporto tra Lorenzo e Rossi è sicuramente iniziato col piede sbagliato. Lo stesso Jorge lo ammette, riconoscendo le sue colpe e sostenendo che ora è tutto completamente diverso: “Anche loro, come me e Vale, hanno avuto le loro difficoltà. In passato il nostro ego non ci faceva comunicare. Certo, in futuro frizioni ce ne potranno stare, ma siamo più maturi, il rapporto è cambiato. Io poi ero un bambino ingenuo quando sono arrivato in MotoGP, non capivo l'importanza del dialogo. Adesso parliamo spesso”.

Dunque, sembra che in Yamaha si respiri un’aria completamente diversa rispetto a qualche anno fa. Lo dimostrano anche le parole che Lorenzo spende nei confronti di Valentino: “Rossi può piacere o meno, ma gli dobbiamo essere grati per quello che ha fatto per la popolarità del nostro sport, da un punto di vista mediatico. Inoltre è un pilota perfetto. Sarei felice se la lotta per il titolo fosse solo tra noi due, ma sarà una gara a quattro con le Honda. E la Yamaha resterà competitiva se migliorerà il suo punto debole, il motore”.

Nella lotta al titolo mondiale manca indubbiamente un pilota importante, Casey Stoner, ritiratosi alla fine della scorsa stagione. L’abbandono di uno dei grandi piloti del panorama mondiale ha lasciato sorpresi e ha fatto dispiacere molti. Lo stesso Jorge Lorenzo si è detto colpito dalla scelta radicale e importante che ha preso, pur rispettando la sua decisione. Non nasconde, inoltre, il fatto di sentirsi molto più propenso ad una “pensione anticipata” come Stoner che ad una carriera lunga ma senza risultati soddisfacenti come quella di molti altri piloti. Ha persino ammesso di aver pensato al ritiro dalle corse in più di un’occasione.

La prima nel 2008, quando in Catalogna fu costretto a saltare la gara a causa di una caduta che gli provocò un trauma cranico con parziale perdita della memoria. La seconda nel 2011, dopo l’incidente che è costato la vita a Marco Simoncelli sul circuito malese di Sepang. La paura all’inizio aveva preso il sopravvento e Lorenzo non ha nessun timore ad ammetterlo: “Se c'è un pilota che non ha pensato al ritiro dopo quella tragedia deve essere una persona molto fredda. L'unica reazione umana poteva essere la paura che quello che era accaduto al tuo compagno succedesse a te”. Poi la voglia di tornare in sella alla sua moto, la competitività innata e l’amore che nutre per questo sport l’hanno portato a continuare la carriera che l’anno scorso ha dato, di nuovo, i suoi frutti.

Jorge Lorenzo non dà l’impressione di voler seguire le orme di Valentino Rossi, ancora in giro per il mondo a 34 anni. Però non esclude nessuna ipotesi in futuro. A fine 2014 scade il suo contratto biennale con la Yamaha. Cosa accadrà nel 2015? Le opzioni sono varie: continuare con Yamaha, cambiare squadra. Potrebbe anche compiere un atto “alla Stoner” e annunciare il ritiro, oppure cambiare categoria, come ha fatto il suo idolo e amico Max Biaggi. Jorge non scarta nulla, neppure quest’ultima ipotesi: “La Superbike è una sfida molto diversa dal Motomondiale. E quindi, sì, è una possibilità”.