Una finale di Coppa Italia che lascia poco da dire a livello di campo e lascia qualche polemica di squadra. Il Napoli la vince meritandola sul campo e vince solo per bellissime parate e davvero decisive di Buffon e qualche legno di troppo.
La squadra partenopea ha giocato con grinta, ha azzannato la partita e ha dimostrato di avere fame reale di vincerla. Gattuso ha trasmesso valori importanti ad una squadra che ha ritrovato la sua anima, o meglio quella "cazzimma" chiesta più volte dal presidente De Laurentis. Ringhio è la vera anima di questa realtà: azzecca i cambi, toglie Callejon brutta copia di se stesso e regala alla squadra una Coppa che è anche sua.
Capitolo Juventus: la domanda sorge spontanea su quale sia il gioco reale di Sarri. La Juve pare senza idee, una squadra allo sbando totale, giocatori fuori ruolo e con mille passi indietro. La squadra non stava bene e non lo scopriamo adesso. Le partite contro il Lione e le due semifinali contro il Milan erano già da tenere in considerazione: Ronaldo di punta centrale non può giocare (prova che a Madrid aveva Benzema a segnare i suoi assist), Dybala ottimo esterno, ma deve essere lasciato libero di muoversi ed inventare. Pjanic e Betancur vicini si pestanop solo i piedi e Costa non ha il ritmo per giocare una partita intera. Sarri ha perso il secondo trofeo della sua stagione, il campionato è in bilico e bisognerà capire molto come sta la Lazio di Inzaghi e sperare che l'Inter non si metta nell'ottica della rimonta.
Il progetto Sarri è ufficialmente appeso ad un filo: il campionato potrebbe salvare la stagione così come la Champions a cominciare dal ribaltare il gol di svantaggio contro il Lione. Il tempo per andare in forma la squadra lo ha: 2 mesi che si preannunciano di fuoco soprattutto per gli obiettivi europei della Juventus.
Il Napoli in questo senso sta più tranquillo: la partita di ritorno a Barcellona potrebbe, in caso di impresa, essere il coronamento della gestione Gattuso e potrebbe portare la città a sognare di nuovo al fianco di un allenatore che ha dimostrato realmente quello che vale e, dalle parti di Milanello, qualcuno potrebbe pagare la scelta di averlo cacciato.