Prima il malcontento di Icardi manifestato attraverso la moglie e procuratrice Wanda Nara, poi la richiesta di cessione da parte di Perisic e Candreva e, infine ma non per importanza, la sconfitta contro il Torino nella seconda giornata del girone di ritorno. Tutto ciò condensato in meno di un mese, quello di Gennaio che per Spalletti è buissimo se si vanno a leggere i risultati e ad analizzare le prestazioni della squadra in queste prime uscite nel nuovo anno. Una situazione figlia di uno scollamento tra alcune sezioni dello spogliatoio e l'allenatore che, però, non deve sfociare in una vera e propria crisi capace di compromettere il piazzamento Champions, obiettivo in campionato dell'Inter. Per questo la società e soprattutto Spalletti sono al lavoro per far rientrare un allarme che ieri sera è suonato molto forte.
La sconfitta di ieri
Difesa a 3, anzi 4-3-1-2, anzi no è 4-3-3. Il caos per Spalletti non è solo fuori dal campo, ma anche all'interno. Tre moduli cambiati in novanta minuti, quattro se si considera anche il 4-2-4 utilizzato per l'assalto finale fino all'espulsione di Politano: simboli di come il tecnico di Certaldo non fosse convinto e soprattutto contento degli schieramenti utilizzato per mettere in campo i suoi ragazzi. Gli stessi che di certo non aiutano le scelte dell'allenatore: nella difesa a tre Miranda dura poco più di un tempo, con risultati molto poco positivi; Dalbert a sinistra punge praticamente una volta in tutti i novanta minuti e sbaglia cross come non mai; Joao Mario è poco deciso e soffre tanto la fisicità di un mastino come Rincon che la palla non gliela fa mai vedere; davanti Icardi e Lautaro funzionano per poco più di venti minuti, poi si affievoliscono insieme al resto della squadra.
Situazione complicata che diventa impossibile da risolvere se i ricambi entrano ulteriormente male. Nainggolan cerca di districarsi nei vari ruoli che Spalletti gli ritaglia, ma a far male male sono Candreva e Politano: entrati per ridare vita alla classica manovra nerazzurra con gli esterni, il primo in meno di un quarto d'ora riesce a mettere a segno solo tre passaggi, il secondo non entra neanche male ma manda tutto alle ortiche quando si fa buttare fuori a cinque dalla fine per un eccesso di proteste nei confronti del direttore di gara. Altro simbolo della poca lucidità e della poca serenità che aleggia nello spogliatoio dell'Inter.
Extra-campo
Come detto, Spalletti deve anche tenere il controllo sulle situazione che non riguardano direttamente il calcio giocato, ma che comunque rischiano di influenzarlo. E l'esempio è Ivan Perisic, ormai con le valige in mano sulla soglia del cancello di Appiano Gentile. Come confermato anche da Marotta nel pre partita, il croato ha chiesto la cessione in Premier e Spalletti si è comportato di conseguenza, facendolo accomodare in panchina. Questo ha comportato però un cambiamento all'improvviso dello schieramento, delle istruzioni d gioco e anche di interpreti. In questa Inter Perisic ha sempre giocato, anche quando la sua forma ha toccato i livelli più bassi: per Spalletti perdere un giocatore così rischia di essere molto pericoloso. Il giocatore non è stato ancora ceduto e il sostituto arriverà non appena verrà completata l'operazione in uscita dell'esterno ex Wolfsburg: il mercato termina Giovedì, giorno in cui a San Siro l'Inter riceverà la Lazio per gli ottavi di Coppa Italia, sperando di tornare al sorriso con una vittoria scaccia fantasmi.