Nel bene e nel male, "pazza Inter" è sempre stato il motto e l'inno dei tifosi dell'Inter, soprattutto negli ultimi anni. Ma questa stagione sembrava essere finalmente quella meno pazza con una squadra costruita per competere con Juventus e Napoli in campionato e giocarsela in Champions League.
Sembrava, appunto, perchè questo inizio di campionato per l'Inter si è rivelato un vero e proprio incubo. Un solo punto in due partite contro Sassuolo e Torino, due squadre ottimamente allenate da De Zerbi e Mazzarri ma di medio livello e alla portata dei nerazzurri. Contro gli emiliani l'Inter non era riuscita a imporre il suo gioco e il Sassuolo ha meritatamente vinto il match.
Nella sfida di San Siro contro la formazione granata, invece, si è vista un'Inter dai due volti. Determinata, aggressiva e cinica nel primo tempo; impaurita, stanca e disorganizzata nella ripresa. Un cambiamento incredibile e incomprensibile che ha dato coraggio al Torino che ha rimontato i due gol di svantaggio e che nel finale ha avuto anche un paio di occasioni per vincere il match.
Le cause? E' difficile capire il reale motivo di questo crollo nerazzurro, ma ci sono diverse componenti che possono aiutare a comprendere questi alti e bassi dell'Inter in preda già a una prima mini crisi stagionale.
Il primo fattore è quello fisico. Nella prima frazione l'Inter ha fatto una partita molto dispendiosa con tutti gli interpreti, in particolare i due mediani Vecino e Brozovic, che hanno corso parecchio. Nei secondi 45', la stanchezza ha prevalso in modo evidente con diversi giocatori che non riuscivano a tenere il ritmo elevato. In primis i reduci dal mondiale con Vecino e Brozovic che dovevano essere cambiati, Perisic, Vrsaljko e altri come Asamoah che si è fatto anche male e che sarà valutato in queste ore. Insomma un calo evidente dei nerazzurri che dovrà essere oggetto di valutazione specie se Spalletti vorrà proseguire con questo modulo.
Altro fattore è quello mentale. Al di là del calo fisico, l'Inter nel secondo tempo ha avuto anche paura di vincere. Il gol di Belotti con il clamoroso errore di valutazione di Handanovic ha fatto perdere tutte le certezze acquisite nel primo tempo e così successivamente i giocatori hanno avuto paura di sbagliare e persino di ricevere palla, con conseguenze anche sul gioco poco fluido e veloce.
Infine c'è la questione tattica. L'Inter contro il Sassuolo ha giocato con un 4-2-3-1 mostrandosi però sbilanciata e poco equilibrata. Spalletti, temendo le ripartenze degli uomini di Mazzarri, ha schierato i suoi a specchio con un 3-4-3 privilegiando la fase difensiva e togliendo il trequartista. Nel primo tempo la scelta ha dato i suoi frutti ma nella seconda frazione mancava quel giocatore che messo sulla trequarti potesse fungere da collante tra centrocampo e attacco e dare una mano ai centrocampisti centrali ormai esausti.
Così sul banco degli imputati è finito Spalletti che non ha dato ancora una impronta precisa alla squadra. Il tecnico di Certaldo aspetta con ansia la sosta per le nazionali per recuperare dal punto di vista fisico giocatori importanti come Nainggolan, Perisic e gli altri reduci dal Mondiale e lavorare maggiormente sul campo. Prima però c'è la trasferta di Bologna che l'Inter non può fallire se vuole fare un campionato di vertice, in caso contrario per i nerazzurri la parola crisi può essere ufficialmente coniata.