Il Milan ha chiuso la stagione in sesta posizione conquistando l'accesso diretto ai gironi di Europa League. Alcuni giocatori non hanno reso come ci si aspettava, altri invece hanno avuto un rendimento continuo. Tra questi c'è sicuramente Fabio Borini, il quale ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Diciamo che è una delle caratteristiche che più mi fanno assomigliare a Gattuso. In me rivedo la stessa carica, la cattiveria agonistica. Io, come lui, finisco le partite stremato. Ruolo? Alla terza volta che Gattuso mi ha messo terzino, sono andato da lui e gli ho detto che se ci fosse stato bisogno di me in quel ruolo, avrei voluto impararlo per bene. Sono movimenti che in carriera ho sempre cercato di neutralizzare e ora mi sta capitando di doverli mettere in pratica. Non so in che ruolo giocherò l’anno prossimo, ma di base resto un attaccante, eh... In che ruolo mi metterei? Seconda punta in un 4-4-2. Se con Montella ci allenavamo poco? Dico solo una cosa: se uno vuole allenarsi forte e bene, lo fa con tutti".

L'esterno rossonero ha detto che non vede l'ora di ritornare in campo contro la Juventus: "Sto aspettando la rivincita con la Juve, in Supercoppa. Giocare nella prima metà di agosto potrebbe avvantaggiarci se il mister non ci ammazza in precampionato... (ride, ndr). Il mio sogno è vincere un trofeo con questa maglia, la Supercoppa sarebbe un’ottima introduzione verso prospettive più importanti".

In chiusura Borini ha tirato le somme sulla prima stagione al Milan: "Per me assolutamente positivo. Le aspettative nei miei confronti non erano molto elevate e io credo di aver dimostrato di valere la maglia del Milan. Penso di aver fatto vedere buone cose nonostante la maggior parte delle volte non abbia giocato nel mio ruolo naturale. La giudico un’annata sorprendente e il mio rendimento mi dà anche un pizzico di rivalsa: dopo essere stato a lungo all’estero, la gente si era un po’ dimenticata di me" e su cosa si chiederà per la prossima stagione: "Gol e soprattutto minuti in più, ovvio. Segnare e continuare a stare in panchina è un po’ frustrante. Io vorrei giocare e non essere solo una pedina. Intendo ritagliarmi un ruolo da protagonista. Non sono al Milan per svernare, ma per rimettermi in gioco".