Brutta sconfitta per il Bologna, che chiude la stagione con 39 punti e l'ennesima debacle. Molto rammaricato Donadoni, che ammette però come l'Udinese abbia corso molto più dei suoi.
Squadra col freno a mano tirato: "Siamo stati molli e quando davanti hai giocatori di gamba come Lasagna e De Paul arrivi inevitabilmente secondo sui palloni. Nel secondo tempo loro a lungo andare loro sono calati un po' e abbiamo combinato qualcosa. Si chiude di nuovo con una sconfitta e dispiace. Abbiamo raggiunto i 39 punti tempo fa, oggi c'erano tutti i presupposti per fare bene, ma abbiamo difettato nella voglia di fare sempre meglio, non facendo più punti".
Scarsa la pericolosità nella metà campo avversaria: "Tirare in porta è importante, però bisogna arrivare di più nell'area di rigore, con più aggressività, dando anche la palla sui piedi, avevamo solo Avenatti con un certo tipo di stazza, avremmo dovuto giocare più palla a terra. Qualche pericolo siamo riusciti a crearlo anche all'Udinese, ma la convinzione messa alla fine andrebbe messa fin dall'inizio, questo è il dispiacere. Se andiamo a parlare con i singoli ragazzi tutti volevano far così, poi tradurlo sul campo è un discorso diverso".
Il cambio tattico con Masina centrale: "Quando si è fatto male Orsolini ho cercato di avere qualcuno che potesse contrastare di più e volevo vedere anche Masina centrale, che può essere fatto per lui, perchè in fase di costruzione sa produrre. Krejci è più offensivo di lui e sulla fascia volevo spinta, mettendo Torosidis anche più centrale e togliendo Poli che aveva un fastidio fisico. Mettendo Falletti ho chiesto più giro palla a terra ed è arrivata, ma troppo tardi".
Nonostante fosse già salvo, il Bologna sembrava intimorito: "Non è proprio paura, è tensione di voler fare il risultato, che diventa controproducente, cosa che ti limita nelle giocate. Quando pensi che puoi sbagliare è il momento in cui perdi l'attimo giusto. Noi siamo stati poco bravi in quello".
Il futuro: "Ragioneremo con calma con la società su cosa si può e si dovrebbe dare. Parleremo con grande serenità e tranquillità, non escludo niente, ad oggi sono l'allenatore del Bologna, parlare di quello che potrà accadere in futuro è inutile, aspettiamo il presidente e vedremo".
Il bottino i punti non soddisfa e Donadoni non vuole dare voti: "I voti sono i numeri, abbiamo fatto 39 punti, questa squadra poteva e doveva fare meglio, dire che abbiamo la classifica che volevamo è vero in termine di salvezza, non di punti, troppe partite ci sono sfuggite per poco. Ognuno farà le valutazioni che preferisce, ma questo è un dato oggettivo".
Ciò che va salvato: "Quello che va salvato è il lavoro che si è cercato di fare tutti insieme, partendo dalla società e arrivando ai giocatori. Abbiamo cercato di dare tutti il massimo, questo non vuol dire che questo sia effettivamente il massimo, a risultato acquisito devi impegnarti a migliorare".