Sono lontani, meravigliosamente distanti quei momenti in cui il suo nome compariva nelle urgenze da sbrigare nella lista dei dirigenti della Lazio. Sembra che siano passati secoli e invece, in meno di un anno, quel nome sulla lista nera è diventato uno dei primi nomi della lista bianca, quella in cui i calciatori vengono blindati perché punti cardine della squadra. Luis Alberto è uno di quelli capaci di svoltare la propria carriera, e la propria vita, in un attimo così piccolo e in uno spazio così distante dalla realtà. Lo ha fatto capire ad inizio stagione, anzi, alla fine del campionato precedente con quel gol fondamentale al Genoa nella corsa all'Europa League.
Lo spagnolo è stato una luccichio flebile, una fiammella che, sul punto di spegnersi, ha ritrovato bagliore, calore e forza per dispensare ed insegnare calcio come se fosse la cosa più semplice del mondo, ed in realtà lo è. Quel modo leggiadro e quella capacità innata, da buon spagnolo, di essere decisivo in ogni zona del rettangolo di gioco: dalla seconda punta al regista fino alla mezzala, non c'è differenza perché la mente dell'ex Liverpool è sempre catapultata verso un'altra dimensione, nella ricerca dello spazio anche a costo di forzare una giocata che pochi capiscono. Quel modo di dare del "tu" alla sfera, senza compromessi, senza affannarsi per rimanere sempre con la menta lucida.
Lo ha fatto anche ieri sera nel folle Fiorentina-Lazio, in una partita che Luis Alberto ha vinto quasi da solo realizzando una doppietta e un assist per il 2-2 della compagine laziale. Un successo di fondamentale importanza per restare al terzo posto insieme alla Roma, giocate e reti che hanno permesso allo spagnolo di salire a quota 11 reti e 12 assist in questo campionato. Un record, perché Luis Alberto è diventato il primo giocatore di questo campionato ad aver raggiunto la doppia cifra sia di gol che di assist. Numeri che cambiano la concezione, numeri che rendono questo calciatore unico nel suo genere. Non è un caso che il Barcellona abbia messo gli occhi su di lui e a 26 anni un pensierino ce lo si può fare. Ma adesso, adesso c'è la Lazio ed un terzo posto da conquistare: "Questa squadra merita tutto, abbiamo dimostrato di essere fortissimi. Non sono l'allenatore, ma dico sempre che un buon calciatore deve stare sempre in campo, infatti io, Sergej e Felipe possiamo stare insieme, poi Felipe è uno dei calciatori più forti del momento", queste le sue parole al termine della sfida di ieri sera. C'è il presente da conquistare, Il futuro è solo una lista di cose da fare e di opinioni da ribaltare per quel genio di Luis Alberto.