In esclusiva a La Gazzetta dello Sport, Blerim Dzemaili ha parlato del suo ritorno al Bologna: "La Mls sta crescendo e ha tutto: soldi, impianti, mentalità manageriale. Ma non ci sono retrocessioni, quindi mancano passione e competitività. Un calcio più divertente, ma anche molto fisico e con poca preparazione tattica. Montreal? Qualcosa di poco definibile, un misto di A e B. Il Saputo Stadium è bello, compatto, funzionale. Via dal Canada per il Mondiale? Non era un ostacolo, non ho chiesto di tornare per quel motivo. Il c.t. Petkovic mi ha detto che l’importante era giocare. Ho ritrovato un Bologna più forte, ho firmato fino al 2020".
In seguito, l'ex centrocampista del Napoli ha parlato degli allenatori avuti durante la sua carriera in Serie A: "Come carattere sono diversi: Donadoni cerca un rapporto più stretto con i giocatori. Si assomigliano come idea di calcio, anche se Gasperini è uno poco malleabile, difficile che cambi le sue convinzioni. Come allenatore sono molto legato a Mazzarri al Napoli, due anni di odio e amore. Le origini non si perdono, ma da anni sono svizzero al cento per cento. Amo questo Paese educato e per bene. L’Italia è diversa, mi ha accolto come un bambino. E’ la mia seconda casa".