È di nuovo tempo di Serie A per l'Inter che domani alle 18 cercherà di riemergere dopo ben tre sconfitte consecutive. Di fronte la Lazio, rivale di molti derby per Luciano Spalletti che così si espresso in conferenza.
Si parte dall'analisi del momento: "Si cerca di portar loro dei dati di fatto a quello che è il loro modo di pensare e a quello che stiamo percorrendo. Uno degli esempi è che se noi a questo punto ci fossimo arrivati con due sconfitte contro Juve e Napoli in precedenza e avendo vinto o pareggiato una di queste due partite, il modo di vederci sarebbe stato diverso. Siccome questi calciatori hanno fatto cose eccezionali prima, diventa facile andare a trovare qualche difficoltà ora. Siccome abbiamo fatto tutto da soli noi abbiamo la possibilità di trovare noi la soluzione. In un momento così riesci a conoscere in profondità le tue qualità individuali. Così riesci a trovare la forza per reagire ed essere pronto nella ricerca del tuo obiettivo. Nessuno può darti la soluzione di quello che vai cercando. Noi abbiamo determinato che ci potessero dire qualcosa oggi perché abbiamo fatto cose eccezionali, dobbiamo aver chiaro chi siamo e da dove veniamo. Sapendo che siamo forti non potremo mai essere in grande difficoltà se non vogliamo esserlo, abbiamo le soluzioni e lo abbiamo mostrato".
La difficoltà è anche psicologica: "Nel calcio ci sono momenti in cui va tutto storto e devi lasciar scorrere il tempo per reclutare le energie, perché da lì nasce la reazione. Bisogna pensare in maniera corretta non per essere positivi, ma perché abbiamo dati che non ci permettono di essere pessimisti. Si portano questi dati di fatto di ciò che è successo da quando ci sono io. Questi dati che si possono mettere in evidenza andandoli a prendere tutti mostrano le soluzioni a ciò che cerchiamo. Poi, gli obiettivi vanno bene ma la differenza la fa l'organizzazione, le procedure, il modo di lavorare che devono essere più riconoscibili e chiari".
E i più preoccupati sono certamente i tifosi, spaventati dalla possibilità di vedere ancora la propria squadra fallire: "Ci sono gli spaventatori professionisti e bisogna esserci abituati. Ora si rischia il quarto posto, ma succede per tutto il campionato. Mi riferisco non solo ai giornalisti, ma a chiunque parli di Inter. Poi è chiaro che in questo tragitto abbiamo organizzato un lavoro e abbiamo numeri da portare a supporto. Cosa può far cambiare idea? Quello che è successo finora e questi calciatori hanno fatto vedere di avere i colpi in canna per risolvere le partite. Bisogna ricordare il contesto in cui si lavora, è quello che hai costruito e dentro la persona si ritrova, dentro ciò che ha fatto finora. Questo contesto ti restituisce la forza che hai. Mi sembra che i tifosi dell'Inter lo stiano facendo da soli, se non sbaglio supereremo i 60 mila anche domani e loro sono quelli che hanno in testa la soluzione, hanno fiducia in quello che possiamo fare e vengono a supportarci per questo. I giocatori la pensano come me. Se durante le vittorie sono diventato più interista, ora che si è perso e ho visto le reazioni dei tifosi ne sono innamorato. Per cui è un processo di cose da fare ben riconoscibile, mettendo bene a punto i comportamenti da avere. Dobbiamo creare esempi che siano riconoscibili. Se un giocatore fa un passaggio timido, tutti diventano timidi perché oggi si prendere il verso di come va quella cosa. Se uno fa un contrasto forte tutti ne seguono l'esempio. Bisogna lasciarci contagiare da quello che siamo, una squadra forte".
Gioco e cattiveria sembrano essere mancate in queste ultime partite: "Gioco prevedibile? È un'analisi corretta ed è corretto che tu dica che centralmente bisogna palleggiare meglio e con più qualità, penetrando di più per vedere cosa c'è dietro la linea difensiva. Ma sono caratteristiche su cui bisogna mettere mano per completare le nostre qualità. I giocatori della Lazio sono bravi in fase offensiva quando perdi palla, ribaltano l'azione a campo aperto. Sono caratteristiche di squadra. Sono sorpreso di questa mancata totalità di buttarci dentro tutte le forze che abbiamo per reagire alle difficoltà. Però anche se non ci abbiamo messo tutto se si fa gol nel derby... Sicuramente dovevamo fare qualcosa di più. Ma nelle altre due partite perse non ho visto una squadra nei guai, può succedere ma per andarci totalmente dobbiamo metterci del nostro. In passato sarà successo, ma conosco il presente e di volta in volta si lavora sulle cose giuste, si fanno discorsi più mirati, dialoghi individuali, si lavora sulle cose giuste perché lavorare in modo mirato è più corretto che lavorare duramente. Se qualcuno è in difficoltà lo si aiuta restituendo forza e convinzione alle nostre caratteristiche. Il modo di ragionare con i calciatori è questo, così come è il motivo per essere fiduciosi. Poi si attua il piano che ci siamo detti. Non c'è una squadra che non ha interesse nel risultato, tutti sono vogliosi di ribaltare questo momento e bisogna rafforzar loro questi dati di fatto e convinzioni, perché sono momenti trascorsi, situazioni create, contesti costruiti da loro. Non glielo dico tanto per fare, loro sono arrivati qui. Sento parlare di Lazio e Roma che fanno un campionato eccezionale, delle altre due che sono squadre extra terrestri, e mi sembra che noi siamo dentro in questo contesto e nessuno ci ha regalato niente. Siamo stati bravi noi. Chiaro che se si va dietro a quello che ci dicono, che siamo a rischio classifica... Si sono creati i presupposti per essere credibili, questi giocatori con azioni individuali e reazioni di squadra. Nessuno ci ha dato niente e nessuno può tirarci fuori".
Capitolo formazione: "Candreva trequartista? Antonio ha fatto vedere di essersela cavata in quel ruolo. Ma è ipotizzabile anche Cancelo che spinga da terzino e l'esterno alto vada dentro. Per cui si può fare ugualmente con un comportamento di catena. In questo momento io non farei ulteriore confusione, perché secondo me per come ci siamo arrivati avevamo visto bene, l'abbiamo indovinata all'inizio di far leva su questo blocco, mettendo nei ruoli giusti i giocatori. Soprattutto in un momento come questo farei un passettino indietro, rafforzando le nostre convinzioni. Non tirando il cappello per aria per tirar fuori un'altra soluzione che potrebbe non funzionare. Le scelte saranno simili a quelle fatte finora, perché è giusto così".
Sulla totalità della rosa Spalletti invece spiega: "Ho avuto risposte parziali. Ma rimango dell'idea iniziale finché non finisco. A me piacciono i calciatori che alleno, hanno le qualità per arrivare a quello che è un lavoro programmato in maniera corretta. Noi dobbiamo avere un modo di lavorare corretto che giorno dopo giorno ti porta all'obiettivo, perché chi parte solo con l'obiettivo alla fine perde. ogni giorno serve un mini traguardo da portare a casa, difficilmente raggiungi un traguardo senza la somma del premio giornaliero".
Non tutti hanno dato le risposte sperate, ma Spalletti rifiuta di parlare di "tempo scaduto": "Non scadrà mai. Ci sono momenti di difficoltà nel calcio. Conta che tu mi mostri che non sei contenti e che è stato un caso quello che è successo, perché la tua aspirazione è un'altra. Per questo io talvolta ho detto che non mi sta bene sentir dire qualcuno che vorrebbe giocare di più. Perché se uno dice così o che vuole andar via a gennaio, si è posto una linea di scadenza mentale e mentalmente non puoi dare il risultato finale che ci si aspetta. Come si porta a casa l'obiettivo giornaliero? Da lì si abbassa il livello. Chi ti fa vedere che mentalmente non è nel lavoro che deve fare, sa che il mio timer non è collegato col suo. Il mio orologio non scade, va avanti anche dopo. Quindi questa situazione se la vivano da soli senza farmi vedere, perché così si tolgono qualcosa. Non è questo il modo corretto di stare in un gruppo che vuole far bene il proprio lavoro, chi fa così non è interista fino in fondo".