Dopo la prima sconfitta stagionale l'Inter torna in campo, pronta a giocare contro il Sassuolo.
Questa la conferenza di Luciano Spalletti.
Dopo il ko con l'Udinese è importante ritrovare la concentrazione: "Fondamentale. Reagiamo continuando a fare quello che abbiamo sempre fatto da luglio. Reagiamo dall'estate a ciò che è successo precedentemente. Siamo nella rotta giusta che cercavamo. È tutto sotto controllo. È chiaro che non vorremmo perdere mai, ma anche con l'Udinese la squadra ha mostrato identità. Semplice episodio? Perdere succede a tutti, anche a squadra fortissime. La Juve mi pare ne abbia perse un paio.Vedo le qualità corrette: nel primo tempo, niente mi lasciava pensare che la squadra avesse perso. Poi abbiamo commesso errori fin lì mai commessi, ma son convinto che non succederanno di nuovo perché 16 partite hanno detto che non sono successi. Le qualità per costruirsi altre vittorie ci sono tutte e a tutti i livelli. La squadra c'è, in settimana si sono allenati perfettamente, raggiungendo tutti gli obiettivi. Io guardo questo, non discorsi campati per aria. Secondo me, domani faremo una buona prestazione".
I neroazzurri si sono visti superare nuovamente dal Napoli e anche dalla Juve, inevitabile pensare ad un gap con le squadre che fino ad ora hanno brillato: "Ragionare in questa maniera per me non ha alcuna utilità a livello personale. Come lo dico ai miei che non ho fiducia in loro? Come rientro poi nello spogliatoio? Chiaro che se parliamo di mercato, se ci sarà la possibilità, Sabatini e Ausilio faranno gol come Icardi e Perisic. Ma bisogna capire quelle che saranno le possibilità, i programmi. Come dicevo l'altro giorno: facciamo parlare la proprietà in modo da indirizzare le nostre intenzione e anche i nostri discorsi rivolti ai tifosi. Ma al momento non ci sono vie di fuga per i nostri giocatori, da qui alla fine. Lo hanno detto loro stessi che possiamo ambire a determinate posizioni. Per cui si va dritti con coerenza. Bisogna distinguere tra cosa lasciare e cosa portarsi dietro una volta che si ragiona, fra di noi ci siamo detti che possiamo ambire a queste posizioni. E non è facile, come qualche volta si vuol far credere: ci sono diverse squadre forti partite per arrivare lì e basta. Qui nessuno si tira indietro".
Si parla anche di mercato: "Qualcuno mi ha detto di voler andare via? A me direttamente, no. Per ora, no. Quando avverrà, si prenderà in considerazione. Io preferisco avere a che fare con chi punta a giocare, a imporsi, e non con chi vuole andare via. Il dialogo diventa parziale. Per esempio Perisic: lui in estate aveva dei motivi corretti, per cui se ne parla. Ma se uno vuole giocare di più... Le presenze non fanno classifica, a me interessa quello. E faccio una riflessione: leggo di chi vuole andare via, di chi come Skriniar ci viene richiesto, però poi ci si dice che dobbiamo vincere il campionato. Alla Juve, per dire, ne sento pochi dire che vogliono andare via. Sento parlare di vittorie, e questo è il riferimento che dobbiamo avere da qui in avanti. Poi è chiaro che Skriniar lo vogliono tutti, è fortissimo: lo sanno vedere tutti. Siamo l'Inter, squadra di ambizione: sentire tutti questi discorsi, rispetto ad altre squadre, c'è differenza".
Al centro dei discorsi c'è la situazione finanziaria del club: "Loro hanno al stessa volontà mia di rendere partecipi i tifosi ed essere più chiari possibili. È ovvio che ci sono dei tempi, si preparerà il programma per far vedere le cose che faremo. C'è la volontà di coinvolgere tutti perché con i nostri tifosi siamo ancora più forti. E ci saranno meno critiche e meno problemi sul rapporto da portare avanti. Qualcosa è cambiato, siamo partiti con delle previsioni e possibilità diverse e abbiamo dovuto sterzare. Non ci si può tirare indietro ai primi problemi. Tutti dobbiamo essere parte dei problemi e delle soluzioni: siamo dentro e ci prendiamo la nostra giusta parte. C'è da conviverci, funziona così. Tutto quello che troveremo davanti andremo ad affrontarlo. Poi, alla fine, si fanno le dovute considerazioni. So che ci sono delle regole che impongono limiti e che la società può continuare a fare il proprio lavoro. Non ci saranno dei budget importanti per investire, quindi si sta attenti nel fare al meglio la nostra professione ed esibire il massimo delle competenze. Consapevoli di avere una forza che è la base per arrivare dove dobbiamo arrivare. Non abbiamo bisogno di mettere dentro alto. Ausilio e Sabatini sono bravi a farsi capitare quella palla al balzo per tirarla dentro".
Altra "questione" riguarda la gestione di Joao Mario: "A me, in questa direzione, non ha detto nulla né Sabatini né Joao Mario. Per me Joao è un calciatore forte dell'Inter e se mi confermerà di aver ripreso un po' di condizione è chiaro che lo posso usare. Lui è uno di quelli che ci dà le soluzioni per vincere le partite".
Per finire Spalletti commenta anche la decisione di giocare durante le feste: "Il problema non è questo, ma avere stadi corretti per il nostro movimento, in modo da far vivere alle famiglie lo spettacolo. Giocano ovunque, non vedo quale possa essere il divieto. Poi è chiaro che giocare con il ghiaccio e con il freddo diventa più difficile, ma se ci sono stadi adeguati allora si può giocare anche alle 12.30 del 25 dicembre. Per giocare a pallone non ci vuole una data: ci vuole un pallone e due maglie per i pali".