Dopo la complicata partita con il Pordenone, è di nuovo tempo di Serie A per l'Inter che a San Siro affronterà l'Udinese.
Questa la conferenza di Luciano Spalletti.
Impossibile non ritornare alla partita di martedì dove certamente la concentrazione è mancata: "Ne abbiamo parlato in maniera approfondita prima della partita, dei pericoli che avremmo incontrato. Penso sia sbagliato dire che i calciatori non si sono impegnati o che l'abbiano presa sotto gamba. Chiunque si mettesse in campo l'Inter è più forte del Pordenone. Di conseguenza il problema è stato nella gestione di questa forza. Far giocare tutto un reparto nuovo non ha agevolato i ragazzi. Gli ho creato qualche difficoltà. Poi è chiaro che durante la settimana si fanno le cose che si fanno sempre, ma le distanze in partita sono diverse. Tutto assieme ha determinato che qualcuno non abbia reso al meglio. Poi qualcosa bisogna dire prima di andare in campo, quando sei a tu per tu con la squadra. Io ho portato un esempio facile da portare, perché vengo dalla campagna è so qual è il comportamento del predatore sulla preda. Non valuta la stazza dell'altro animale, ci mette il massimo della forza e noi abbiamo centrato il discorso su questo fatto".
Si è capito in fretta che se non si punta sui 13-14 giocatori soliti, la squadra ne risente: "Aver avuto la possibilità di collaudare in partita le qualità tue e del compagno di squadra ha dato dei vantaggi ai calciatori e non poteva che essere così, altrimenti non avremmo determinato lo zoccolo duro. All'inizio avevamo troppi dubbi, per cui era quello che dovevamo fare. Questo ha dato un contributo importante e forse ha tolto qualcosa dall'altra parte, ma col sistema che usiamo durante la settimana colmiamo questo problema. La differenza l'hanno fatta le mie scelte. Se Karamoh lo metto mezz'ora nella squadra che ha giocato gran parte del campionato sembra un altro, lo stesso vale per Cancelo".
La Coppa Italia e il Campionato hanno acciaccato qualcuno: "Noi lavoriamo per giocare tre partite a settimana, per cui se ora ci dovessimo lamentare di questo triplice impegno in otto giorni ci sarebbe qualcosa che non va in quello che ci diciamo tutti i giorni. I calciatori hanno recuperato e vogliono vincere tutte le partite, anche quelli usciti più affaticati come Eder, Nagatomo o Vecino. Sono tutti pronti per essere scelti".
Spazio anche al mercato: "Sul mercato dobbiamo fare attenzione. Finché il presidente non farà chiarezza su come agire in questo mercato dovremo fare un po' di silenzio, perché creare le aspettative che si sono create prima dell'inizio del campionato e avere la sfiducia che è venuta fuori rispetto ai nomi fatti non fa bene. Ai tifosi, ai calciatori, all'Inter e soprattutto ai risultati. Io ve li dico due o tre nomi che vorrei: Sergio Ramos, Iniesta e Sanchez. Si lavora su questi, va bene? Sennò poi si ricomincia con le telefonatine. Bisogna dare il rispetto che meritano a quelli che hanno portato la squadra in testa finora".
L'Udinese ha cambiato tecnico: "Hanno preso Oddo, un ragazzo sveglio, con il quale mi è già capitato di parlare di alcuni giocatori che giocavano a Pescara. Quella è la loro forza, assieme alla bravura dell'Udinese. Noi lavoriamo sulle ultime tre partite e tre partite ci sono state. Poi io con Pozzo ci ho lavorato, loro i giocatori li scelgono tutti per struttura. Abbiamo un avversario tostissimo sotto l'aspetto delle qualità che incidono sulla partita: l'allenatore è bravo, sa fare il suo lavoro e arriverà ad allenare una squadra forte. Le insidie ci sono. Anche il colore delle maglie: è bianconero".
Quest'anno San Siro e i tifosi si stanno dimostrando davvero decisivi:"E' un beneficio per il calcio sapere che l'Inter si sta riproponendo a livelli importanti. Più ce ne sono e più prende valore il nostro campionato. Si dice che il prestigio passa soprattutto dal valore degli avversari. Se c'è questa competizione così elevata è meglio e se c'è una partecipazione emotiva così importante è un bene per il calcio. E' un bene vedere questa partecipazione. Io l'anno scorso con la Roma ho avuto problemi con il pubblico, spesso si è giocato con lo stadio vuoto e la cosa più brutta è la non partecipazione della gente. Quest'anno anche lì stanno tornando in massa perché la Roma va bene. Se ci sono queste componenti si gioca sempre in casa, mai in trasferta".
Infine Spalletti commenta così la possibilità di Tommasi come Presidente Federale: "E' facile per me, lo conosco bene. Ne conosco la moralità, l'equilibrio, la forza mentale. Per me deve essere lui, lo dicono anche quelli che lo conoscono meno".