Erase and rewind, cantavano i Cardigans qualche anno fa, provando inconsciamente a lanciare un messaggio alla Lazio di Simone Inzaghi, bella e scintillante creatura, almeno fino ad una settimana fa. Le scorie del derby, le polemiche - probabilmente troppe - per il calcio di rigore che ha dato il pareggio alla Fiorentina nei minuti di recupero dell'ultima gara disputata: l'aquila perde quota, lascia qualche punto di troppo sul terreno di gioco, cerca un sorriso in casa dell'ostica Sampdoria. La rincorsa alla Champions League sembra essersi improvvisamente arrestata in casa biancoceleste, con un solo punto confezionato nelle ultime due gare a frenare l'impeto e la rincorsa dei laziali alle prime della classe. Obiettivo cancellare tutti questi ultimi quindici giorni, con annesse scorie, e provare a ripartire, riavvolgere il nastro, guardare avanti. 

Fiducia ed entusiasmo da recuperare, al pari di uno stato psico-fisico di alcuni degli interpreti migliori di questa Lazio che dopo un avvio di stagione travolgente sembrano calare fisiologicamente. In primis Ciro Immobile, le cui prestazioni e la cui presenza mentale all'interno delle due partite disputate dopo il preliminare contro la Svezia - e conseguente scottatura dell'eliminazione - sembrano aver lasciato qualche cicatrice di troppo. Scarsa brillantezza alla quale Inzaghi ha provato fin qui a rispondere confermando le solide e solite certezze che fin qui il tecnico piacentino ha costruito: una Lazio quadrata, compatta, ma anche capace di esprimere un bel gioco, di ripartenza ma non solo. Affidarsi al sistema di gioco ed ai propri punti cardine la conditio necessaria per tornare a sorridere. 

Motivo per il quale il tecnico della Lazio non cambierà atteggiamento né uomini in vista della gara contro la Sampdoria, crocevia e scontro diretto contro una squadra, quella doriana, che in casa appare un'armata quasi invincibile, o quantomeno difficilmente domabile. Servirà una prestazione di carattere, d'orgoglio, di una squadra che, con lo stesso undici è andato a violare il catino dell'Allianz Stadium non più tardi di qualche settimana fa. Era l'inizio di un ciclo, quello dei titolarissimi, che Inzaghi non si azzarda a toccare. Adesso però tocca a loro rialzarsi. 

In porta Strakosha, Bastos e Radu a fare da alfieri di difesa a de Vrij centralmente. Marusic confermato sull'out di destra, così come capitan Lulic dalla parte opposta - in panchina l'ottimo Lukaku delle ultime settimane; centralmente chiavi della mediana affidate alla sapiente regia di Lucas Leiva, con Parolo e Milinkovic-Savic pronti ad interdire le trame blucerchiate e far ripartire l'azione. A Luis Alberto il compito di innescare Immobile davanti. 

LAZIO (3-5-1-1) - Strakosha; Bastos, de Vrij, Radu; Marusic, Parolo, Leiva, Milinkovic, Lulic; Luis Alberto; Immobile.