Eder Citadin Martins è questo il nome sulle bocche dei tifosi nerazzurri dopo l'anticipo all'ora di pranzo del week-end di campionato, che ha riservato diverse sorprese. Mai una parola fuori posto, il fresco rinnovo di contratto fino al 2021 e l'impegno da professionista vero per l'attaccante della Nazionale.
La scelta di mister Spalletti d'inserire il numero 23 ad affiancare Mauro Icardi e passare al 3-4-1-2 ha portato, all'incirca, i frutti sperati. Certamente la volontà era quella di riacciuffare e poi vincere una partita importante, davanti ad un pubblico delle grandi occasioni (71.581 paganti), con la possibilità di tornare al primo posto per un paio di ore così da rafforzare ancora di più la corsa ad un posto Champions (il vero obbiettivo stagionale).
Alla fine ne è uscito un pareggio, per alcuni meritato per altri troppo stretto. Certo nella prima frazione ci sono state troppe occasioni sprecate (minimo tre con il capitano, due con Ivan e due colpi di testa di un sempre più fondamentale Skriniar). I nerazzurri hanno sofferto, o meglio fatto fatica a centrocampo, dopo i primi minuti in cui erano apparsi maggiormente in palla. La marcatura ad uomo del venezuelano Rincon (uomo ovunque sul campo del Meazza) sul "metronomo" Borja Valero ha rallentato la velocità d'azione e "inibito" alcune trame di gioco, costringendo la retroguardia nerazzurra a lanci lunghi per le sponde di Icardi o a cambi di gioco per le fasce.
Fasce che ieri hanno rappresentato il punto "debole" della Beneamata: D'Ambrosio, reo di diversi lanci e appoggi errati, ha sofferto le discese dell'ex compagno di squadra Ansaldi e la verve dell'altro ex-nerazzurro Adem Ljajic e Yuto Nagatomo che ha riscontrato diverse difficoltà nell'affrontare la velocità di Iago Falque (autore del gol) combinata con le discese di De Silvestri sull'out di destra, vista la poca copertura rispetto al solito di Perisic.
Proprio il croato insieme al numero 9 argentino erano gli uomini più attesi, viste le loro ultime prestazioni "trascinanti". I due hanno sbagliato diversi movimenti, peccando dal punto di vista tattico dove normalmente sono quasi impeccabili, costruendo movimenti e tagli interessanti e proficui per il gioco di squadra.
Poi la scelta di Luciano da Certaldo, come anticipato in precedenza, d'inserire l'italo-brasiliano e passare ad una difesa a tre così da poter reggere i confronti individuali con le tre punte granata ed avere maggior densità in mediana. Proprio in mezzo l'Inter ha sofferto il pressing alto sui portatori di palla del duo Baselli-Obi su Gagliardini (non in grandissima giornata) e Vecino (che però alla distanza è cresciuto sfiorando pure la rete del vantaggio, ma la palla ha impattato violentemente sulla traversa). Con il cambio di modulo Borja è stato abbassato in mediana ad infoltire il reparto, portando i due esterni più bassi in una specie di mediana a 5 in fase difensiva. Questa variante ha permesso agli uomini di Spalletti di allargare il gioco sulla fasce, ancor più inserendo il rientrante Brozovic per Nagatomo con conseguente passaggio ad un 3-4-3 estremamente offensivo.
La mossa ha portato al pareggio con un'ottima "lucida" sponda di Icardi per Eder che si fa trovare al posto giusto ed insacca in rete rianimando di speranza i tifosi presenti sugli spalti. Quest'Inter ha dimostrato di non farsi prendere dal panico, anzi di essere in grado di reagire e cercare fino all'ultimo la vittoria in una stagione che ha il sapore di "rinascita".