Dopo il successo di Verona l'Inter di Spalletti torna in campo, questa volta a San Siro, dove affronterà il Torino dell'ex Mihajlović.
San Siro è un'arma a doppio taglio: stadio fantastico, domani sono previste ben 75mila persone, per una partita alle 12.30; ma che certamente lascia una grande pressione addosso, come spiega il tecnico: "A noi fa piacere che ci siano tutti i tifosi. Ci fa enormemente comodo averli a spingere la squadra. È un'altra dimostrazione di fiducia. Dobbiamo trarre da queste dimostrazioni gli ulteriori vantaggi. A Inter Tv ho appena detto che gli anelli di San Siro sono come fedi che dichiarano un atto d'amore per la squadra. È bellissimo sentire questo affetto".
La sua squadra ha confermato il secondo posto, ma Spalletti ci tiene a mantenere la calma: "È meglio andarci cauti ma delle situazioni in cui si può effettivamente dire che abbiamo a che fare con una squadra che ha personalità è vero. In alcune partite abbiamo fatto quel che dovevamo sia come gioco che come scelte individuali. Anche quando la squadra è andata in difficoltà abbiamo ragionato come blocco. Sarà fondamentale anche domani contro il Torino, perché contro di loro al di là del carattere dell'allenatore si ha la sensazione di giocare contro i muscoli della storia di questo club. Se non ci sono distanze di squadra, reazioni veloci, se non si è tosti possiamo andare in seria difficoltà. Squadra dei record? Non ci siamo ancora arrivati. Noi dobbiamo arrivare ad essere stabilmente nelle prime posizioni in classifica. E ancora non ci siamo, o perlomeno non si possono fare discorsi che riguardano l'andare avanti. Ci sono delle insidie. Le posizioni sono quattro, poche per la qualità delle squadre del nostro campionato. Se questa domanda me la rifarà quando saremo sicuri di essere nelle prime quattro sarà un piacere e un dovere guardare oltre. Si parlava sempre di Mourinho, ora addirittura si parla di Trapattoni..."
Per quanto riguarda l'avversario di domani, Spalletti spiega: " Le distanze di squadra aiutano il reparto. Le reazioni sulle fughe, quando hai Belotti che finta, bisogna leggerle al momento corretto. Non c'è spazio per accorgersi, quando accade è già tardi. Ma se stai lungo non riesci a prendergli le distanze e lui è uno dei più bravi che c'è. Poi ci sono Iago Falque e Ljajic che sono bravissimi con il pallone tra i piedi. Ti obbligano a essere svelto. In più c'è il carattere di una squadra fisica, forte, che ha ritrovato entusiasmo con l'ultimo risultato e ha tutta la rosa a disposizione. Sono tutte insidie in più, ma noi dobbiamo essere la squadra forte che vuole misurarsi con queste squadre e vuole vincere. È una posizione scomoda avere addosso questi colori, perché devi provare a vincere fino alla fine".
Si passa poi a parlare della probabile formazione: "Icardi ed Eder insieme? Tutto è possibile, ma ci sono dei tempi di maturazione. Di volta in volta si fanno delle analisi, a volte possono essere da cappello per aria e a volte no. Finora non vedo perché stravolgere, ci sono tutti i segnali che la strada sia quella corretta, ma soprattutto in funzione di un calciatore come Eder... Mi fa piacere che abbia firmato un nuovo contratto perché è come aver confermato tre calciatori. Fa tre ruoli in maniera perfetta e riuscirà a svilupparne anche una quarta perché ha un senso di adattabilità perfetto. Sa fare tutto quel che gli credi. Ci sono rimasto un po' male quando la società mi ha detto del prolungamento perché avrei voluto dirglielo io... Stessi undici? Tutti hanno fatto l'allenamento che dovevano questa settimana. Ho l'imbarazzo della scelta. Ho tutti a pieno regime. Anche Cancelo ha cominciato a non sentire più problemi quando calcia di interno collo, lo stesso Dalbert ha assorbito un po' di metodo. Grosso modo la squadra sarà quella ma si potrebbe fare qualcosa di differente perché sono convinto che la squadra non perderebbe qualità".
Infine una battuta sulle parole del ds Ausilio sia in tema mercato sia per quanto riguarda i complimenti fatti al tecnico: "Io vi ringrazio per le attenzioni nei miei confronti ma noi abbiamo il salvadanaio all'ingresso dello spogliatoio in cui mettiamo tutti i meriti per ogni partita. E a fine anno si dividono in tutte le parti uguali. Io ho fatto quel che deve fare l'allenatore dell'Inter ma senza i calciatori non si fa la buona squadra. In borsa non avevo le qualità da distribuire ai calciatori. Avevo i miei programmi. Questi paragoni con Mourinho non stanno né in cielo né in terra. Io sono differente anche solo per quanto ha vinto lui. Il ricordo suo e di Moratti è una bellissima scultura, noi abbiamo comprato lo scalpellino ma ancora dobbiamo modellare tante cose e in questo momento quel che si può paragonare a quell'Inter sono questi fantastici tifosi. Sono i nostri 'Special 73.000'. Per il resto ho trovato la società che avrei voluto trovare. Sono fortunato. Gente come Gagliardini, Vecino, Borja Valero è tosta. Miranda non dice molte cose, ma per essere un leader basta vederlo, basta vedere a che ora arriva. Non ho meriti, ho gli stessi vostri. Prima si finisce con gli accostamenti e più mi fate un favore. Ci sono soprattutto i calciatori. E il mercato funziona così. Va fatto un mercato corretto e oculato. Noi ora non vogliamo cambiare niente. Se poi si modificano delle cose o capita un'occasione di portare un giocatore da portare dentro anche chi è qui sa riconoscere le cose guardando dal verso giusto. Lo vedono anche loro che siamo pochi. Non saremo in grado di fare un mercato di follie, è cambiato qualcosa ma non tanto da dover buttare il cappello per aria".