Testa alta, petto in fuori. Entrato nello spogliatoio dell'Inter in punta di piedi, al pari probabilmente di Milan Skriniar, Matias Vecino si sta imponendo partita dopo partita come uno dei migliori acquisti - non a caso uno dei meno decantati - dell'estate dell'Inter. In punta di piedi, senza particolare fragore, con le orecchie dritte per ascoltare ogni dettame impartito da Luciano Spalletti. Fosforo e muscoli, brillantezza e spigliatezza mentale oltre che prestanza fisica, doti necessarie nel centrocampo a due del tecnico di Certaldo che necessitava di una figura come lui per fare da trait d'union e collante tra i reparti. 

L'ex allenatore toscano è stato ripagato di tale scelta. Già a partire dalla sfida alla Roma, vinta all'Olimpico per 3-1, Vecino si è imposto come barometro e faro del centrocampo interista, abile sia nel leggere ed interrompere le trame avversarie - quindi in fase di recupero della sfera - che nell'impostare l'azione, nel farla ripartire dal basso e connettere nel minor tempo possibile i reparti di difesa e trequarti. Un ruolo nevralgico, fondamentale, che l'uruguagio ex viola sta svolgendo al meglio, mettendoci del suo anche in altri aspetti del gioco.

Di fondamentale importanza nell'accorciare le distanze tra i reparti, si sta inoltre rendendo protagonista assoluto anche in ripartenza, lanciando spesso l'azione con lunghe ed efficacissime cavalcate palla al piede: lo si è notato in un paio di circostanze a Napoli, così come ieri sera contro la Sampdoria ma non solo. Inoltre, la sua lucidità e la sua scaltrezza dal punto di vista tattico gli consentono di essere anche brillante negli inserimenti, i quali fin qui hanno portato al gol dell'Olimpico sempre contro i giallorossi oltre ad un paio di azioni pericolose. 

L'imprescindibilità di Vecino sta diventando sempre maggiore per Spalletti e per gli equilibri della sua squadra che, come nel caso di ieri sera, non sembrano riuscire più a fare a meno della sua presenza: dopo il gol dell'1-3 della Samp, nonostante fosse uno dei giocatori più in difficoltà dal punto di vista fisico, il cambio con Joao Mario ha acuito ancor di più le problematiche dell'Inter in mediana. La squadra ha perso metri e campo concedendo fin troppe opportunità ai doriani di riaprire la contesa, complice ovviamente la mancanza del barometro e del fulcro del centrocampo. In mancanza d'ossigeno, il polmone ex viola è mancato terribilmente nei minuti finali ai neroazzurri, i quali ne hanno subito l'assenza e compreso ancor di più, qualora ce ne fosse il bisogno, l'importanza. L'importanza di essere Matias Vecino.