Dopo la battuta d'arresto contro il Bologna (il match è terminato in parità), l'Inter torna in campo ed è pronta ad affrontare il Genoa. Come di consueto quindi il tecnico Spalletti ha parlato in conferenza alla vigilia della sfida di San Siro. 

Vietato fermarsi per i nerazzurri che devono tornare in fretta alla vittoria: "Dopo Bologna, come sempre, abbiamo richiesto delle risposte dalla squadra. Non siamo contenti del pareggio, ma non cambia niente. La reazione deve essere più forte, ma conta l'obiettivo finale. Il pubblico è stuzzicato dai nostri risultati e vogliamo ripagare la fiducia".

Nessun dubbio sulla forza della sua squadra e dei suoi uomini: "Mi aspetto la reazione, conoscendo i calciatori li ho guardati bene e sono i primi a essere dispiaciuti di questo risultato. Nel dispiacere vive l'automatica reazione a metterci qualcosa di più. Li vedo stimolati, il pubblico ha capito ecco perché sono ritornati così in massa. È uno stimolo in più per noi. Dobbiamo fare qualcosa di diverso del primo tempo di Bologna per il bene di tutti".

Nessun dubbio nemmeno sul fatto che i giocatori a disposizione siano di livello: "I calciatori insieme ai quali vogliamo far ricordare questa stagione sono questi. Non quelli che ci porterà la Befana o Babbo Natale. Non sappiamo cosa succederà dopo, ma io mi fido di questi calciatori. E fino all'ultimo giorno in cui starò qui lo dirò, non modifico niente in base a una giocata o un numero che viene riportato. Non sono un matematico, ma fra uno e due ci sono centinaia di numeri, come da due a tre. Questi sono i calciatori anche se il gioco di quei numeri riportati per il giochino di trovare la causa della mancata vittoria può trovare riscontro verso qualcuno. Ma noi sappiamo cosa fare: costruire una squadra per lasciare una traccia del nostro passaggio dall'Inter. Non so se poi questo voglia dire vincere, SarriNapoli ha lasciato una traccia che abbia vinto o no. Ma si è fatto apprezzare da un pubblico esigente pur non avendo vinto tantissime cose. Quella è la strada da seguire. Io certi calciatori li ho scelti, sono stato felice della fine del mercato per evitare continue interpretazioni sulla rosa a disposizione. Ora vado dritto per la mia strada, poi è vero che il primo tempo di Bologna è stato sotto livello. Poi ho rivisto la ripresa e la squadra ha fatto abbastanza bene, con l'ansia di dover recuperare un risultato ha fatto cose scomposte".

Entrando un po' più sui singoli, Spalletti spiega: "Cross sbagliati di Candreva? Colpa mia, gli ho chiesto io di tirarli in quel modo, sul vertice corto per andare ad anticipare. Poi uno che ha un piede importantissimo come Antonio ha bisogno che gli si conceda mezzo metro. Cercherò di liberarlo un po' perché le sue qualità sono superiori alle mie conoscenze, lo lascerò libero di interpretare le scelte. Stanchezza? No, non va a inficiare su questo aspetto. A calciatori come lui randellano il piede, di fatica muscolare ne fa poca. Joao Mario poco incisivo? Sì, ma quando si chiede il recupero a un giocatore è perché abbiamo perso spesso il pallone. Non mi è andato bene il minutaggio di possesso palla e dove lo abbiamo fatto, bisogna farlo dentro la loro metà campo, con più qualità, senza perdere palloni banali. Bisogna fare passaggi da Inter, da giocatori dell'Inter: bisogna far sentire il suono della palla che quando viaggia a velocità giusta ha un suono differente, quello fa la differenza. Se tengo più il pallone posso dare più costanza nel cercare le qualità di Joao Mario, le intenzioni sono quelle di giocare la palla. Bisogna fare entrambe le cose, ma manteniamo l'attenzione sul gestire e voler costruire qualcosa". 

Per finire, Spalletti analizza gli obiettivi e gli obblighi della squadra, visto anche l'avvicinarsi del derby: "Gli obblighi sono quelli di fare prestazioni, la partita, prendere campo con la linea difensiva, scappare ogni volta che c'è una palla libera, mantenere l'equilibrio quando la palla va verso la bandierina di sinistra con quelli di destra che fanno le diagonali preventive, Icardi che sia dieci metri fuori dalla metà campo. Poi il tutto diventa una conseguenza dei comportamenti. Noi le partite vogliamo vincerle tutte, vorremo vincerle tutte. Questo però in soldoni non vuol dire vincere il campionato, ma sono le intenzioni, la strada che stiamo costruendo. I 50mila sono frutto della curiosità stimolata dai giocatori, ora serve lo step successivo. Io sarei stato in tribuna, questa squadra mi stimola fiducia di andarla a vedere. Dobbiamo meritarci questa loro forte presenza e assorbire la loro voglia".