Giorno di conferenza pre gara per Luciano Spalletti che, alla viglia di Crotone-Inter, parla ai giornalisti.
Nove punti in tre partite, otto gol segnati e solo due subiti, risultato soprendente per la difesa neroazzurra: "Mi aspettavo un miglioramento della mia squadra, mi aspettavo un comportamento del genere, perché li vedo lavorare con serietà, li vedo vogliosi. È sempre la disponibilità non il discorso che si fa al bar, c’è l’organizzazione del lavoro, il quotidiano, il far bene l’esercitazione. Quando la squadra vedi che si comporta in maniera corretta essere fiduciosi del risultato del reparto diventa più facile. Abbiamo giocatori fortissimi che giocano titolari, Skriniar e Miranda, dobbiamo ancora accorgerci delle loro possibilità. Poi si possono mettere anche gli altri tre che si vedranno. Un po’ come a centrocampo, ha giocato più uno, meno un altro, ma anche quando non ha giocato Gagliardini è sempre il camion con rimorchio di traverso quando te lo trovi davanti. Siamo fiduciosi per le sue qualità. Ci sono partite in cui preferisci usare uno e non un altro. Abbiamo calciatori forti e se fanno le cose da squadra forte viene fuori un buon risultato. Dall’eccessiva ricerca di gloria personale vengono fuori i più grandi rimorsi di squadra, non pensare all”io’, ma pensare al ‘noi’. Se l’attaccante pensa al gol e poi quando perde palla rimane dietro ho bisogno di riconquistare due palloni per recuperarlo. Io devo riconquistare terreno verso i miei compagni, la squadra. Di conseguenza se ci dividiamo i compiti si dà una mano e ti restituiscono ancora più qualità. Poi c’è da vedere in quale velocità e forza lo si fa".
Entrando tra i protagonisti, Spalletti parla così di Borja Valero: "Comincio a nutrire dei dubbi, tutti si allenano nella maniera corretta e mi rendono il lavoro difficile, in tutti i ruoli. Il lavoro di squadra è anche stimolare il compagno a fare sempre meglio. Ma è fondamentale il risultato, non quante partite si giocano. Chi entra e fa qualcosa di straordinario è quello che ci dà veramente una mano".
La partita contro il Crotone potrebbe rivelarsi un intoppo per i neroazzurri che l'anno scorso hanno spesso deluso con le piccole: "Siamo questa Inter perché partite come questa venivano interpretate come fase interlocutoria del campionato, rendendo il risultato causalità degli eventi, invece noi possiamo metterci del nostro. Non è la grande serata che diventa importante e basta. Di partite ne abbiamo da giocare 35 ancora e tutte sono importanti e tutte hanno bisogno di essere giocate nel migliore dei modi per portare a casa il risultato. Quest’avversario lo conosco bene, Nicola lo conosco bene, ha fatto vedere di essere in possesso di una qualità eccezionale: cioè il motivare la squadra che era spacciata. Io so cosa significa parlare alla squadra facendole credere una cosa diversa dagli eventi. Sa riconoscere quello che è importante e sta attuando i suoi dettami. Non ha fatto grandi risultati, ma il Crotone è una squadra pericolosa. Dobbiamo Essere bravissimi, fortissimi. Il campione non sceglie la partita in cui esserlo, ma è quello che tutte le volte mette il suo marchio dentro la gara. Il campione non fa distinzioni, sa qual è l’odore e l’importanza della vittoria e vuole solo questo. L’Inter deve essere fatta di molti campioni e mi aspetto che ci sia il comportamento corretto".
Questi quindi gli errori da non commettere assolutamente: "Il confine tra fiducia e presunzione, quello di non credersi un squadra forte, se tu credi di essere uno dei primi della classe hai meno possibilità di poterti migliorare, questo diventa fondamentale. Basta riportarli indietro, nell’ultima partita ho visto l’atteggiamento giusto, al di là che non fosse scontata. La squadra ha avuto l’attenzione giusta, la disponibilità a sacrificarsi, soffrire. Penso che neanche domani commettano questo errore".
Primi di salutarsi c'è spazio per un ultimo pensiero generale sulla squadra: "Per me è fondamentale l’impegno, l’attenzione, la voglia di essere squadra forte. Ho trovato piena disponibilità in questo senso ed ottimi risultati, do una notevole sufficienza. Gruppo che ci crede? Sì, la vittoria passa solo attraverso la squadra, i risultati individuali fanno cambiare l’attenzione di una squadra. Si parla di riuscire a rendere agevole il compito del compagno vicino".