Inutile nasconderlo, più di qualcuno è rimasto deluso dal mercato in entrata dell'Inter. All'inizio dell'estate si parlava di grandi colpi e nomi da sogno, ma nessuno di questi è arrivato alla Pinetina. Luciano Spalletti, parlando alla Gazzetta dello Sport, prova a chiarire quanto da lui detto nelle scorse settimane riguardo quello che si sarebbe aspettato da Ausilio e Sabatini.
Così il tecnico interista, come al solito molto schietto nelle sue analisi: "Ci si aspettava un mercato differente, è vero, mi ero convinto anche io di poter fare il cuoco con certi ingredienti. Ma oggi sono soddisfatto al 100%. Quando a Riscone dissi che mi erano state fatte delle promesse e che avrei detto tutto se non fossero state mantenute, il mercato non era completo e soprattutto non conoscevo ancora tutti i giocatori. Cosa mi ha convinto di loro? La qualità dei ragazzi è altissima, ho trovato gente disponibile, motivata, professionisti veri. L’essere professionisti significa avere competenza e passione in ciò che si fa. E i 55-60mila che domenica verranno a tifare allo stadio lo faranno anche perché convinti da ciò che i ragazzi hanno messo sul campo finora. I giocatori non sono solo auto e soldi, quelli così noi li buttiamo fuori. Ma a volte si confonde il menefreghismo con la fragilità".
Ci sono però delle permanenze importanti, come quella di Ivan Perisic, già decisivo nelle prime due giornate: "Col croato abbiamo parlato chiaro, è stata brava anche la società a trovare gli argomenti giusti per trattenerlo. Gli è stato detto che da qui non si sarebbe mosso, e lui ha smesso di fare questa provetta di forza con il club, cose normali con i grandi giocatori. Ivan è un atleta impressionante, fa recuperi fondamentali, è uno che mette la squadra al primo posto. Ama molto muoversi lungo la linea laterale, a Roma è stato decisivo lì, ma se impara a stare ogni tanto anche cinque metri più verso l’interno può diventare devastante nella riservina, nella zona alle spalle di Icardi, dove c’è l’animale buono da cacciare, dove si può fare molto male all’avversario".