L'Inter si impone all'Olimpico per 3-1, batte la Roma e conferma la recente crescita. Dolce serata per Luciano Spalletti, ex di turno sommerso dai fischi del pubblico di casa. Il tecnico si presenta ai microfoni della stampa per analizzare la partita. Un pizzico di fortuna - tre pali per la Roma e un episodio dubbio nell'area nerazzurra - alcuni momenti di sbandamento, specie dopo il gol ed in avvio di ripresa, la capacità, evidente, di replicare alle difficoltà, di reggere l'urto. Occorre lavorare duramente per eliminare alcuni problemi, ma Spalletti preferisce sottolineare i meriti dei suoi.
"I calciatori sono stati martellanti nella ricerca delle cose su cui lavoriamo dall'inizio. Pur sbagliando, l'hanno portata avanti. La nostra idea di calcio c'è stata per tutti i 90' ed è questo atteggiamento che a volte fa sì che l'episodio ti giri a favore. Nel primo tempo la squadra costruiva poco, avevamo poca velocità nel fare girare il pallone e poi perdevamo palla troppo facilmente. Questo mi ha fatto un filo arrabbiare, gli avversari sono stati più bravi di noi. Nel calcio a volte ci vuole anche un briciolo di fortuna e noi oggi l’abbiamo avuta. Siamo stati premiati per aver creduto in quello che facciamo, anche se dobbiamo ancora prendere confidenza con il nuovo modo di fare".
Due volte Icardi, seconda doppietta in campionato, letale quando si trova in area di rigore. L'allenatore dell'Inter esalta il suo n.9 e tende idealmente la mano a Dzeko. Partita con il segno "+" anche per il bosniaco. Il gol e tanto lavoro sporco per aiutare il gruppo.
"Icardi e Dzeko sono i due attaccanti più forti del campionato: sanno smarcarsi in area, Dzeko forse è anche più tecnico mentre Mauro è più cattivo per andare nello spazio. Ha proprio questa qualità, la determinazione: come individua la preda le mette le mani al collo e la strozza. Gli basta veramente poco, ma non deve accontentarsi come fa ogni tanto. Oggi era molto rilassato, e invece dovrebbe essere in tensione".
Non manca un accenno al contatto Skriniar - Perotti. Spalletti resta nel dubbio, respinge ogni certezza.
"Il fallo su Perotti? Per me non è rigore. Lui va per intercettare il pallone. Non prende la palla ma non è che provochi difficoltà enormi a Perotti. E' un episodio di cui si può discutere ma per me non è rigore".
Mancano pochi giorni di mercato e l'obiettivo è chiaro, puntellare la retroguardia dopo la partenza di Murillo. Mangala e Mustafi, questi i nomi da copertina, il tecnico evita voli pindarici.
"Un altro difensore forte per vincere lo Scudetto? Noi puntiamo a vincere la finale di Champions… scherzi a parte, bisogna andarci piano e fare discorsi più sensati. Siamo una buona squadra, ma abbiamo bisogno di lavorare.
Infine, focus su Vecino. Seconda da titolare, performance di livello. L'ex Fiorentina copre la linea di difesa e si inserisce poi in zona offensiva, come dimostra la terza segnatura. Un giocatore in evoluzione, un diamante da sgrezzare.
"Vecino? E' centrocampista completo che sa fare tutto e ha margini di crescita eccezionali. E ha questa progressione, questa capacità di buttarsi oltre i mediani che lo rende unico. Ci può dare una mano importante, come ha fatto vedere stasera. E' un ragazzo per bene, che venendo all'Inter ha bisogno di momenti che lo fanno diventare convinto di essere un grande allenatore".
Fonte dichiarazioni GDS