L'inerzia d'inizio campionato non varierà neppure nella seconda giornata. In seguito alla vittoria ai danni della Fiorentina, sfida che ha riproposto Pioli, Borja Valero e Vecino a parti invertite, Luciano Spalletti è posto al banco di prova contro la Roma. Per il tecnico di Certaldo, due Coppe Italia e una Supercoppa conquistate nelle prime gesta nella Capitale, sarà un ritorno dal sapore agrodolce. Il toscano, causa lo strapotere di Milan, Inter e Juventus, non è mai riuscito ad imporsi fin in fondo nelle due parentesi alla Roma e, considerati il caso Totti e la volontà di seguire Sabatini in un progetto più ambizioso, si è allontanato dalla realtà che gli permise di affrontare il palcoscenico internazionale. Una dura verità che non ha sconvolto né Spalletti né tantomeno ambiente e società, ma che ha comunque imposto la scelta di una nuova guida tecnica, che desta non poche preoccupazioni nell'animo dei tifosi. Dal canto suo, il tecnico è fiero di aver guidato un gruppo estremamente valido e di qualità, plasmando e contribuendo alla crescita dei propri calciatori, su tutti quella di Radja Nainngolan.
DOVE MIGLIORARE... Il gioco offensivo spallettiano ha da sempre posto le basi su possesso palla ed inserimenti. Alla Roma, nel 4-2-3-1, poteva contare su metronomi come De Rossi e Paredes, un centrocampista versatile, ovvero Strootman, infine un uomo di corsa, sostanza e spiccata utilità in zona gol, quale Nainggolan. A metà campo, perciò, era in grado d'incentrare il match sul loro straordinario lavoro. Utilizzando la difesa a tre, invece, i propri centrocampisti erano supportati dalla buona spinta degli esterni, rassicurati da un'ottima solidità difensiva; Dzeko era esente da compiti puramente difensivi, poiché l'azione dei due trequartisti sfruttava la complicità della linea mediana per un recupero quasi immediato della sfera ed un rapido capovolgimento di fronte, ora si, con l'ausilio della fisicità del centravanti bosniaco la Roma si divincolava da situazioni intricate. L'integrazione nel gruppo da parte di Cancelo e Dalbert potrebbe permettere di varare quest'ultimo assetto tattico, ma ora come ora, l'Inter dovrà applicare il modulo utilizzato in preseason e contro i viola. I nerazzurri sono sprovvisti di un calciatore abile a dettare i tempi di manovra dalla mediana come De Rossi; Borja Valero non è adatto a ricoprire il ruolo di schermo dinanzi alla difesa, ma la sua utilità di "semplificatore" consente alla squadra di proporre un calcio fluido e raffinato. Tuttavia fanno discutere la posizione di Vecino e i cali di tensione, anche complice la preparazione appena terminata. L'uruguaiano ha tentato di attaccare lo spazio rendendosi però pericoloso in una sola circostanza nella scorsa partita, lasciando al contempo sguarnita in troppe occasioni la retroguardia difensiva, la quale ha spesso fronteggiato nell'uno contro uno gli avversari.
SU CHI PUNTARE... Ovviamente su Mauro Icardi. Il capitano nerazzurro, oltre la doppietta siglata contro la Fiorentina, si è reso partecipe di una gara disputata in maniera egregia anche dal punto di vista dell'intensità. Nonostante una non completa preparazione per via dell'infortunio patito nello scorso finale di stagione, l'argentino è sembrato uno dei più brillanti in campo e la sua ottima condizione potrà valere molto, in un match nel quale gli episodi faranno la differenza. Occhi puntati anche su Milan Skriniar e Joao Mario. Il difensore ex Samp ha meravigliato alla sua prima apparizione a San Siro, a lui il compito di guidare, assieme a Miranda, la linea difensiva. Non sarà semplice confermare la propria prestazione nella bolgia dell'Olimpico, ma il ruolo del classe '95 potrebbe essere fondamentale anche in fase di costruzione. Chi ha contribuito ad annettere equilibrio, anche solo da subentrato contro la Fiorentina, è stato Joao Mario. Il portoghese, inizialmente in panchina per far spazio a Marcelo Brozovic, ha aggiunto geometrie sulla trequarti, favorendo il gioco sugli esterni; è lui la giusta figura di raccordo tra le linee.
INTER...DOVE COLPIRE La Beneamata dovrà sfruttare una migliore condizione fisica rispetto alla Roma. I capitolini subiscono l'avversario fra le linee; l'Atalanta ha costruito la maggior parte delle proprie occasioni da gol fraseggiando nella trequarti avversaria, i giallorossi non sono riusciti a creare densità a centrocampo, allungando spesso la squadra e consentendo le ripartenze avversarie. Di Francesco ha lavorato molto in preseason sui tagli difensivi e sulle coperture aeree, ma, palla a terra, la Roma fatica molto ad aggredire con la giusta sintonia di gruppo il portatore di palla, anticipando i tempi d'entrata, non consentendo una giusta copertura alla linea di difesa. Quest'ultimo aspetto è un limite sul quale dovrà migliorare anche l'Inter, ma ai nerazzurri manca un centrocampista d'interdizione in quel ruolo, mentre la squadra di Di Francesco non ha ancora assimilato i meccanismi proposti dal tecnico ex Sassuolo. La manovra giallorossa inizia il più delle volte da Kolarov; il terzino, nella gara di Bergamo, ha giocato un numero di palloni superiori a quelli giostrati da Daniele De Rossi a metà campo, sviluppando le azioni direttamente sugli esterni. Con ogni probabilità sarà Manolas l'uomo da dover, per forza di cose, essere dirottato nel ruolo di terzino destro per sopperire all'emergenza difensiva; il duello con Perisic non pare molto agevole da sostenere, a lui l'arduo compito di limitare le falcate del croato sul proprio out di competenza. Detto ciò, l'Inter dovrà mantenere il possesso palla, coinvolgendo i propri uomini sulla trequarti, costruendo gioco in maniera avvolgente, velocizzando la transizione della sfera passando per Borja Valero, sfruttando le qualità del calciatore posto alle spalle di Icardi per finalizzare sfuriate e attacchi centrali. Roma-Inter preannuncia spettacolo.