Il monito di Simone Inzaghi, alla vigilia di Lazio-Spal era stato chiaro: dimenticare la Supercoppa, archiviarla traendo da quella vittoria soltanto gli aspetti positivi, per approcciare al meglio il campionato. La sfida alla neopromossa squadra di Semplici, in tal senso, rappresentava l'ostacolo più difficile ed ostico possibile per la truppa biancoceleste, matura soltanto in parte. Concentrazione non ai massimi storici e pancia tutto sommato piena dopo l'upset contro la Juventus non hanno consentito ad Immobile e compagni di bissare la prestazione di una settimana prima, la ragnatela di Semplici e la bravura dei ferraresi tatticamente ha fatto il resto. Lo 0-0 finale ne è la giusta conseguenza.
La strada verso la maturità definitiva sembra esser ancora in salita per Simone Inzaghi ed i suoi che, nonostante gli ottimi indizi lanciati nel corso della passata stagione ed agli albori di questa, mostra ancora molte lacune, strutturali quanto mentali. In primis, la Lazio vista contro la Spal ha dimostrato l'imprescindibilità tecnica e tattica, soprattutto contro squadre come la Spal che si rintanano nella propria trequarti con otto uomini, dei frombolieri come Keita e Felipe Anderson. L'assenza di un uomo capace di creare vantaggi e superiorità, nella zona nevralgica del campo come sulle corsie laterali, ha facilitato il compito difensivo della squadra emiliana, abile nel disinnescare tutte le offensive laziali con ordine e diligenza, senza mai sbilanciarsi e dare campo alle folate dei padroni di casa.
Non solo. La cessione di Biglia in mediana e l'assenza di Lucas Leiva hanno ingolfato ancor di più la manovra, rendendola spesso lenta e soprattutto prevedibile. Quasi sempre la Lazio ha dovuto affrontare a difesa schierata la squadra di Semplici, le cui capacità di intasare gli spazi, renderli inagibili e quasi mai vulnerabili ha disinnescato ottimamente l'unica arma a disposizione dei biancocelesti, la fisicità. Immobile, Milinkovic-Savic e compagni hanno trovato quasi sempre la strada sbarrata, senza trovare mai le giuste contromisure per scardinare il bunker ospite. Ci hanno provato Marusic e Luis Alberto, armati delle migliori intenzioni di mettersi in mostra, ma le soluzioni individuali hanno portato più fumo che arrosto.
La strada verso la consacrazione e l'affermazione passa anche da questi stop, fisiologici. Il tutto a patto che il pareggio contro la Spal non venga metabolizzato come un fallimento colossale e possa minare l'entusiasmo di una squadra che non più tardi di tre giorni fa sembrava alle stelle. Servirà maturità anche in questo. Gli ottimi risultati della passata stagione portano come naturale conseguenza una maggiore attenzione da parte delle rivali che man mano si presenteranno al cospetto della truppa di Inzaghi, il quale dovrà essere bravo a trovare i giusti adattamenti al proprio gioco per risolvere al meglio questo tipo di gare. Ai posteri l'ardua sentenza.