Tra le molteplici note positive estrapolate da Inter-Fiorentina spicca senza ombra di dubbio il nome di Milan Skriniar. Il difensore ex Samp, creando una vera e propria "cerniera indissolubile" con Joao Miranda, si è reso partecipe di una prova al di sopra delle aspettative. I nerazzurri sono attualmente superiori ai viola dal punto di vista della compattezza, dello spirito di gruppo e dell'ordine intravisto in campo e parte del merito verrebbe da attribuirlo alla linea difensiva. Un aspetto su cui il tecnico di Certaldo dovrà lavorare è l'equilibrio della formazione, imponendo la stessa caratura tattica espressa dalla Roma nella passata stagione. La mossa d'inserire Vecino in coppia con Borja Valero ha permesso di sfruttare inizialmente le qualità nell'inserimento dell'uruguaiano, mentre lo spagnolo era libero di svariare in mediana con il compito di "semplificare" le manovre offensive. La mancanza di un incontrista a centrocampo ha consentito alla Fiorentina di tornare in partita o quantomeno di sperare di rientrarci, i nerazzurri si sono allungati permettendo il fraseggio nella propria metà campo da parte dei trequartisti gigliati, Skriniar e Miranda si sono ritrovati con il solo ausilio dei terzini. Il pressing alto supportato dai ragazzi di Spalletti non ha più conferito il recupero di palla in zona avanzata nella seconda parte di gara e la coppia centrale interista ha spesso fronteggiato nell'uno contro uno, seppur in maniera egregia, gli avversari.
La coppia centrale sembra esser collaudata da un pezzo, Miranda è tornato ai fasti di un tempo e finalmente non si trova costretto a rimediare agli errori altrui. Il "Ministro della Difesa" non impartisce ordini al proprio compagno di reparto, guida un duo complementare ma soprattutto efficiente. L'esperienza del brasiliano permette la tranquillità nelle zone più delicate, nei minuti maggiormente complicati, quando la sfera è cocente, la spinta del pubblico viene a mancare, gli avversari assumono determinatezza, i propri compagni non riescono a contrastarli. Queste qualità sono state sormontate dalle fragilità difensive evidenziate dagli interventi di Murillo prima e Medel poi; il colombiano necessita di importanti stimoli di crescita, il cileno occupa la posizione di centrale nella difesa a tre della Roja ma non sembrava adatto a ricoprire quel ruolo in una retroguardia a quattro. I due inoltre conferivano per caratteristiche una certa staticità difensiva, in fase d'impostazione costringevano, infatti, uno dei due mediani ad abbassarsi molto per raccogliere la sfera e successivamente costruire un'azione. L'Inter era spolpata d'imprevedibilità e capacità di allungare la squadra; il trequartista era impossibilitato a dialogare direttamente con la punta e inserirsi in area di rigore perché impegnato nella ricerca bassa della sfera, nel capovolgimento di fronte gli esterni servivano cross al centro per il solo centravanti.
In questo senso l'innesto di Milan Skriniar è utile nella costruzione del gioco. Lo slovacco, classe '95, ricorda in parte Lucio per le sue percussioni in avanti; il brasiliano si presentava come un impavido condottiero che si esponeva con insolenza e sfacciataggine dinanzi ai nemici, oltrepassando la linea di centrocampo, transitando nella zona che preannuncia la trequarti. L'ex Samp non si spinge oltre la propria ma al contempo facilita l'iniziazione della manovra, consentendo a Borja e Vecino di occupare la propria area di competenza e velocizzare la ripresa delle azioni. Una delle più positive qualità di Skriniar è la velocità di pensiero, in aggiunta a quella di recupero palla; una volta riagguantata non manca di personalità, carattere e freddezza per concentrarsi sulla scelta maggiormente opportuna. La valutazione attraverso la quale si trasferì a Milano venne considerata elevata: 15 milioni e Caprari in blucerchiato, per un totale di circa 30 milioni di euro nelle casse del club di Massimo Ferrero. La preseason di Skriniar non mentiva, così come la prima a San Siro non ha tradito le attese; i tifosi nerazzurri sono certi che anche i più scettici dovranno ricredersi, intanto esaltano il nuovo beniamino.