Senza peli sulla lingua, viene da dire come sempre da quando è presidente della Lazio. Claudio Lotito è limpido nella sua analisi della situazione legata a Keita Balde e le sue parole arrivano a pochi giorni di distanza da quelle del procuratore del giocatore, Roberto Calenda. Una versione diversa da quella dell'agente di Keita, quella raccontata dal presidente biancoceleste nel corso di un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Tra rinnovi rifiutati da Keita e importanti offerte di mercato declinate dallo stesso giocatore.

Lotito non si nascone e fa nomi e cifre di chi si è interessato in maniera concreta al suo giocatore: "Offerte per lui? Ce ne sono state tre ufficiali, tutte documentabili. Il Milan ci avrebbe dato 35 milioni, il West Ham 32, il Napoli 30. Keita e il suo procuratore hanno risposto che non interessava nessuna delle tre, che la destinazione gradita era la Juve. Il giocatore me lo ha ribadito ad Auronzo di Cadore. La società bianconera ritiene congrua la somma di 15 milioni, io però non posso cedere un giocatore alla metà dell’offerta più bassa tra quelle ricevute". Si parla anche del presunto rinnovo mai proposto dalla Lazio: "Non è vero che al giocatore non è stato proposto il rinnovo. Con il suo agente Calenda ci siamo incontrati due volte nei miei uffici di Villa San Sebastiano. C’era anche il fratello di Keita, non so a quale titolo peraltro. Al giocatore abbiamo proposto lo stesso ingaggio di Klose (oltre 2 milioni, ndr), il calciatore più pagato sotto la mia gestione. La risposta è stata che il ragazzo voleva andar via dalla Lazio".

Il braccio di ferro sembra quindi destinato a durare e chissà non si possa arrivare anche alle vie legali in questa storia: "Se ho ricevuto delle offerte da 30 milioni in su perché devo cederlo alla metà? Mi si dice che è in scadenza di contratto e che rischio di perderlo a zero se non accetto? E io dico che questa manovra configura il reato di estorsione. Vie legali? Valuteremo. Così come stiamo valutando, nell'ambito del codice di giustizia sportiva, il comportamento del ragazzo. Il contratto va rispettato sempre, non solo se uno gioca. Perché l'accordo che i calciatori sottoscrivono non prevede quello". Infine Lotito spiega la non convocazione in Supercoppa: "Diktat societario per non fargli giocare la Supercoppa? Niente di più falso. E’ stata una decisione di Inzaghi. Mi dicono che nello spogliatoio il calciatore abbia confessato di non sentirsela di giocare, poi nella rifinitura è parso sotto tono. Guarda caso si giocava contro la Juve..."