Uno dei segreti, se così possiamo chiamarlo, della Lazio di Simone Inzaghi, è quello di aver puntato sui giovani. Un quinto posto in classifica frutto anche dell'assiduo impiego di calciatori dalla carta d'identità amica. In merito a ciò, su Repubblica, il direttore sportivo della squadra biancoceleste, Igli Tare, ha espresso il suo pensiero riguardo a ciò: "Il segreto è la pianificazione. Il nostro lavoro non è iniziato lo scorso anno, ma ben otto stagioni fa, e ci siamo prefissati di inserire, per ogni annata, due o tre calciatori della Primavera in prima squadra, in pianta stabile e non solo come comparse. Questo lavoro ci ha permesso di formare calciatori che oggi si stanno affermando, come Strakosha e Keita Balde, oppure in rampa di lancio, e mi viene da citare Murgia, Crecco e Lombardi, ma ce ne sono anche altri. Queste per noi sono grandi soddisfazioni".

Oggi, rispetto a qualche anno fa, c'è più considerazione dei giovani: "Questa è la strada giusta. Noi, ad esempio, siamo stati bravi a dar loro fiducia, anche nei momenti importanti, nelle gare decisive, compresi i derby. I giovani sono il futuro, ed un grande potenziale per i club che credono in loro". Puntare sui giovani può comportare benefici non solo tecnici, ma anche economici: "Verissimo, perchè con i prodotti del vivaio si possono ottenere delle cospicue plusvalenze. Tuttio sta nel fatto di farli crescere bene, ed impiegarli il giusto. Bisogna dargli fiducia. Credo che la Lazio in questo sia una delle società italiane più all'avanguardia, non a casao nell'ultimo lustro siamo stati tra i primi tre club nel ranking della Primavera della Lega A".

C'è sinergia anche con i tecnici delle rappresentative under 21 ed under 20. Con Gigi Di Biagio e Chicco Evani il rapporto è molto buono: "Ci incontriamo spesso per programmare il lavoro. Ci confrontiamo, sia allo stadio, che in altri luoghi. Penso che lo facciano con tutte le società, questo è normale che accada. I talenti da portare in prima squadra si selezionano con molta cura: bisogna in primis fargli fare un lavoro individuale per riuscire ad estrapolare da ognuno di loro le varie caratteristiche, i punti di forza e quelli deboli. Solo il talento non basta. Dal punto di vista tecnico si può sempre migliorare con il lavoro quotidiano. In un ragazzo mi preme che ci siano esplosività, altezza e fisicità. Giudico questi tre elementi i più importanti affinchè un calciatore possa esplodere e consacrarsi".