Milioni di nomi, milioni di domande. Una risposta che tarda ad arrivare, tenendo sulle spine un popolo intero. La nuova Inter "zampariniana" ha un rapporto piuttosto burrascoso col concetto di allenatore e non manca occasione per ricordarlo. Pioli, De Boer, Mancini, Mazzarri, Stramaccioni e chi più ne ha più ne metta. La lista è davvero lunga, ma tanti sono passati e altrettanti ne passeranno. Conte, Simeone, Pochettino, Spalletti, Jardim. L'Inter annusa, sperimenta, pianifica, accarezzando i profili più strani e variegati d'Europa. La scelta del tecnico, che guiderà la nuova Inter di Suning, non è affatto facile, tanto più alla luce degli ultimi risultati, in virtù dei quali il bottone rosso dell'espulsione ha potuto mietere innumerevoli vittime. Chi sarà il prossimo? Sarà quello giusto? Quale nemesi troveremo su quella panchina stavolta? Sono solo alcune delle innumerevoli domande che accarezzano il cervello del popolo interista, oramai scoraggiato più che disilluso. Sembra quasi che tutta Europa voglia sedersi su di una panchina, prestigiosa sì, ma caduta fuori moda. Eppure, c'è ancora il povero Vecchi, che non c'entra nulla con questa storia, ma qualcuno doveva pur mandarla avanti la baracca, e così ci si è seduto lui per dimostrare che non serve fare buon viso a cattivo gioco. Basta semplicemente farsi scorrere addosso la realtà, tanto peggio di così non può davvero andare. Forse. 

Il 'Cholo' Simeone, promesso sposo nerazzurro da sempre, ha giurato amore eterno all'Atletico, nonostante la sua fede secolare lo condanni a riempire ogni giorno le pagine dei quotidiani italiani. Simeone non ha nè la voglia nè il coraggio di dire addio ai 'colchoneros' per imbarcarsi nell'impresa di far tornare grande l'Inter. Il suo posto, se dovesse essere addio, è a Parigi, dove lo aspetta a braccia aperte il Ds Berta, anche lui finito tra le grinfie dei francesi. La situazione Conte, invece, potrebbe apparire tremendamente complessa, in realtà il gioco è semplice. Il tecnico leccese è in attesa di un incontro con Roman Abramovic nei prossimi giorni. In questo summit si discuterà, a 360 gradi, delle condizioni di permanenza e rinnovo di contratto dell'ex CT della Nazionale. Antonio, oltre alle ampie garanzie sul mercato che Abramovic non mancherà di fornire, potrebbe avanzare richieste scomode, come l'allontanamento del celebre braccio destro del magnate russo Marina Granovskaia, a vantaggio di una figura più vicina alla squadra. Oltre ai motivi tecnici, ci sono da ridiscutere i termini del contratto visto che, alla luce dell'offerta monstre di Suning (si parla di una cifra vicina ai 15 milioni annuali), Conte avrà la facoltà di battere cassa in sede di consiglio. A tutto ciò, vanno aggiunti i noti 'problemi' familiari dell'attuale tecnico dei Blues. La lontananza da casa e famiglia si fa sentire, ma alla luce di una scelta professionale, ponderata lucidamente un anno fa, Antonio Conte potrebbe decidersi ad andare avanti, riportando in auge il prestigio del Chelsea anche in Europa. Sono ore calde, ma la sensazione è che si saprà qualcosa in più dopo la finale di FA Cup, visto che il tecnico italiano non è solito abbassare la tensione così bruscamente prima di una partita importante. 

Lo spiraglio c'è, come rimane aperto quello per Pochettino, nonostante l'allenatore del Tottenham abbia parzialmente smentito le voci che lo danno sulla panchina dell'Inter in conferenza stampa. L'argentino è un nome che piace, così come Conte, e il viaggio programmato da Ausilio a Londra, nei prossimi giorni, non sarà una semplice gita di piacere. Più defilati gli outsider Jardim & co. che appaiono seconde scelte o forzature mediatiche.

L'analisi oculata della situazione non è affatto semplice. Tra nomi, incontri, piste e supposizioni viene quasi il voltastomaco, pertanto è opportuno fare un po' di chiarezza. La scelta di Sabatini, come coordinatore tecnico delle squadre di Suning, non è casuale, anzi. L'ex Ds della Roma è stato incontrato circa sei mesi or sono dall'Inter, ma il suo accordo è stato ufficializzato solo poche settimane fa per ovvi motivi di riservatezza. "Rivoluzioni" e cambiamenti epocali, sia dal punto di vista tecnico che dirigenziale, vanno preparati, pianificati e studiati a tavolino. Una società di calcio, malandata ma pur sempre di grande prestigio, come l'Inter non può permettersi di improvvisare una decisione importante, come quella dell'allenatore, aggrappandosi alla mercé e ai capricci dei protagonisti di turno. La scelta, molto probabilmente, è già stata fatta e custodita in gran segreto, nonostante il nome più papabile e concreto resti quello di Luciano Spalletti. Il tecnico di Certaldo risponderebbe, in maniera calzante, alle esigenze gestionali di un'Inter da rifondare e che, vista l'impossibilità di arrivare ai top del settore, mira all'usato sicuro e alla professionalità garantita. L'obiettivo per la stagione ventura, infatti, resta la qualificazione alla Champions, e tutto quello che verrà di buono sarà grasso che cola. Certo, Suning difficilmente si accontenterà visti gli esborsi economici e le cifre che circolano. Ma se c'è una virtù che dalle parti di Appiano non deve mai mancare in queste situazioni, è quella della pazienza. Una pazienza che non è solo roba per forti, ma anche e soprattutto pane per saggi e intellettuali, che non si lasciano divorare dalla fretta di agire e dalla voglia di metter le mani su qualcosa di grosso.