Del Keita testa calda, del Keita 'uomo spacca-spogliatoio', neanche più l'ombra. Il talentuoso centravanti, ma profondamente bizzoso, è finalmente diventato un fuoriclasse, imprescindibile per la Lazio in questo delicato finale di campionato. Dall'arrivo di Simone Inzaghi, il senegalese ha cambiato registro. Non più un atteggiamento fuori le righe. I ritardi agli allenamenti, i misteriosi infortuni, ed i battibecchi in allenamento con i compagni di squadra, sono ora solo ricordi ingialliti, ed hanno lasciato il posto ad una continuità di rendimento di prim'ordine, che forse neanche lui, in prima persona, si sarebbe aspettato. Ben 13 gol realizzati in questo campionato fino ad ora da Keita Balde conditi da 3 assist e prestazioni a tutto tondo, di elevato spessore, tecnico e temperamentale.

C'è la sua firma, in calce, sul caldissimo derby vinto dalla Lazio brillantemente per 3 a 1. Una doppietta, che ha mandato in estasi il popolo biancoceleste e catapultato il suo nome nei libri dei record della Serie A. Non accadeva dal 1998, infatti, che un laziale facesse doppietta in un derby: l'ultimo a riuscirci, un certo Roberto Mancini, altri tempi. Da ieri, Keita Balde Diao può essere considerato a tutti gli effetti l'uomo-derby. Due gol, quello che ha aperto le ostilità dopo appena 12' minuti di gioco, e quello che ha chiuso definitivamente il match a poco meno di 5' minuti dal termine della contesa. Due gioie, gaiezza infinita e linguacce su una Roma in palese affanno, in balìa dei tarantolati 'cugini' per gran parte della gara. Spruzzate di giubilo in grado di togliere, scrostare via i residui dubbi sulla consistenza tecnico-caratteriale di un calciatore dalla classe infinita, limpida, ma frenato dal suo capriccioso carattere, a tratti tempestoso. Lui, divenuto eroe, ha ridato la vittoria in un derby ai biancocelesti in Serie A, tripudi che non si vivevano dal lontano novembre 2012.

Keita Balde sembra finalmente essere rinsanito. Grande merito va attribuito al valoroso, audace condottiero biancoceleste Simone Inzaghi, che dal primo giorno nel quale ha assunto la guida della creatura biancoceleste, ha creduto nelle qualità del suo gioiello, dimostrandosi bramoso, incredibilmente smanioso di ricucire un nuovo abito al nativo di Arbucies. Missione compiuta, ma il minore degli Inzaghi perderà il suo gioiello la prossima estate. Il rinnovo contrattuale è una chimera, alquanto improbabile, ed il futuro prossimo del senegalese è già irrimediamilmente segnato. Sarà lontano dalla Capitale. Arrivederci Roma.