Ritiro di gruppo. Doppia seduta nella giornata di ieri, poche parole. Pioli prepara il posticipo con il Napoli, sulla carta l'ultima occasione per colorare una stagione ricca di saliscendi, senza alcun senso logico. Ribaltone di panchina, risalita e fragoroso tonfo. Da De Boer a Pioli, mesi dopo un responso unanime, l'Inter non è oggi squadra. Settima piazza, con la Fiorentina alle spalle che cavalca sogni di rimonta. Il Milan è lì, a un passo, incostante come l'Inter, con qualche attenuante in più.
Arriva il Napoli, in corsa per la seconda posizione, utile per evitare fastidiosi preliminari, ritocchi di preparazione. Sarri non può far sconti, partita vera da ambo i lati. Il KO di Firenze, cinque reti al passivo, è il punto più basso della gestione Pioli, non a caso dimissioni nell'aria dopo il tracollo del Franchi. Ripartire è impresa ardua, c'è una sorta di rassegnazione, piede alzato, sguardi persi. Eppure occorre accendere il finale, il futuro, targato Suning, prende corpo da queste giornate. Tutti in bilico, nessuno, o quasi, escluso.
Zhang raggiunge l'Inter, in tribuna per la partitissima, chiaro segnale all'ambiente. In campo, poche novità, eccezion fatta per le imperfette condizioni di Ansaldi. Diversi in diffida, nessuna squalifica. Pioli ha l'intera rosa a disposizione, combattuto tra rivoluzione e conferme. Icardi il cardine, capitano da seguire e servire, ai suoi lati Candreva e Perisic. Eder il primo cambio, Gabigol non convince, nemmeno per il futuro. Prestito in arrivo?
La scorsa tornata, il crollo della cerniera centrale, Gagliardini - Kondogbia, a malpartito come mai prima, specie l'ex Atalanta. Fatica o campanello d'allarme, caso isolato o pesante sentenza? Pioli ha poche alternative, Brozovic, separato in casa, è il ricambio naturale, ma non garantisce il medesimo equilibrio, Banega, contro il Napoli, un lusso. Probabile, quindi, una nuova occasione per i due, con Joao Mario, fondamentale, ad oscillare tra mediana e trequarti.
Dietro, ancora D'Ambrosio e Nagatomo sull'esterno. Miranda - Medel al centro della difesa. Murillo, a rischio per la prossima stagione, scalpita. Il tecnico pensa anche a lui per disinnescare le folate degli esterni di Sarri. Trincea e ripartenza o gara d'assalto? 90 minuti per cancellare il recente passato, interrompere una descensio rovinosa.