Settima piazza, due punti dietro al Milan. Nella mente, scorie da derby, il gambone di Zapata e il tripudio rossonero. Polemiche, sterili, sul recupero. Il futuro di Pioli, all'alba della 33esima giornata, appare segnato, Suning intende rilanciare, in tempi brevi, l'Inter, l'onda positiva del cambio in panchina appare oggi sfumata. Due punti in quattro partite, un macigno che schiaccia ogni ambizione, almeno per questo finale di stagione. Occorre salvare il salvabile, puntare, aldilà di un calendario non certo amico, all'ultima piazza utile per approdare in Europa League.
Si gioca al Franchi, domani sera, ieri la conferenza di Pioli, oggi ultimi ritocchi in vista di una trasferta delicata - anche la viola, infatti, deve reagire al KO con l'Empoli - e senza ritorno. Il tecnico non intende stravolgere il suo pensiero, nessuna rivoluzione, quindi, alle porte. Si riparte dall'undici anti-Milan. In campo il diffidato Medel - l'Inter ospita il Napoli nella prossima tornata - Nagatomo, rispolverato per la stracittadina, a occupare l'out mancino di difesa. La retroguardia a protezione di Handanovic vede poi protagonisti Miranda e D'Ambrosio. Ansaldi non è al meglio, Murillo va nuovamente in panchina.
Joao Mario è giocatore insostituibile. Il migliore con il diavolo, per corsa, idee, personalità. Il punto di rottura con la sua uscita dal terreno di gioco. Lì, l'ascesa del Milan e la descensio nerazzurra. Un errore, di Pioli. Joao Mario preferito a Banega, quindi, con l'argentino fuori per la seconda gara consecutiva. Gagliardini e Kondogbia a comporre la cerniera di mezzo, Brozovic, pronto all'addio in estate, a disposizione.
Icardi è il terminale d'attacco, Candreva, in rete la scorsa giornata, parte da destra, con Perisic - nessun problema per il croato, ripreso con il ghiaccio sul ginocchio nel derby - sul fronte opposto. Eder scalpita, ma Pioli non intende intaccare il suo equilibrio offensivo. Gabigol - probabile prestito per la prossima stagione - è in seconda fila, come Palacio.