Mauro Icardi ha affiancato il suo mister, Stefano Pioli, nella conferenza che introduce al derby della madonnina.
Il Milan è la bestia nera per il rosarino che fino ad ora non è mai riuscito a segnare ai cugini (solo un palo su calcio di rigore l'anno scorso) ed è giunta l'ora di lasciare il segno.
L'argentino viene da due partite un po' sottotono contro la Sampdoria ed il Crotone (dov'è sembrato poco presente come la maggior parte della squadra). Ora è tempo di ripartire, come affermato dal mister al quale Icardi si aggrega: "Penso che ha detto tutto il mister, abbiamo guardato tutto e analizzato quello che è successo in queste ultime partite. Stiamo lavorando per il presente e per il futuro, dobbiamo metterci alle spalle Crotone perché abbiamo partite importante davanti".
Parola di capitano, che non vuole fare promesse, ma è certo di una cosa: "Promesse no, ma il lavoro di 5-6 mesi non si può cancellare per 1-2 gare sbagliate. Non mi piace fare promesse, penso si veda sul campo quello che abbiamo fatto da quando Pioli è qui. Questo è ciò che conta".
Breve analisi sulle parole del d.s. Piero Ausilio al termine del match di domenica scorsa: "Non ci sono cose che non mi sono piaciute. Il direttore sportivo deve motivare la squadra, quando ci sono i momenti in cui dire le cose le deve dire. Ha risposto così in quel momento, ora dobbiamo fare bene per tutta la gente che lavora per noi. Poi quando le cose non vanno bene chiunque può dire la sua per aggiustare le cose. Il discorso è chiuso, dobbiamo guardare avanti. Mancano sette partite molto importanti".
Non una gara da Inter questo lo hanno capito tutti: "Non era sicuramente l'atteggiamento giusto, ma nessuno si aspettava questa squadra così molle. Ci siamo arrabbiati tutti, giocatori e staff; si è visto il lavoro fatto in questi mesi, le caratteristiche viste sul campo. Non era una gara da Inter".
Nessun peso per non aver segnato ai cugini, ma tanta voglia di farlo da capitano: "No, lo dissi già all'andata. La cosa non è che non mi faccia dormire la sera, certo segnare al derby da capitano dell'Inter dà soddisfazione".
Capitolo Nazionale, con l'esonero di Bauza ed un futuro da decifrare "La nazionale per me è un premio. La foto di Maxi Lopez? Si sono dette tante cose che non c'entrano niente anche relativamente alla mia famiglia. Io sono molto tranquillo, so che Bauza voleva chiamarmi, ho visto i messaggi che ha mandato a Zanetti. Vedremo chi sarà il ct, io continuerò a fare bene per guadagnarmi la Nazionale. Non c'entra niente parlare della mia vita privata in questo momento, a due giorni da una partita importante".
Trasformazione da "killer d'area" al Meazza a giocatore che non segna da settembre su azione in trasferta: "Penso sia una casualità, non ho mai guardato a questa cosa e non ricordo i numeri degli anni passati. Certo, al Meazza mi trovo meglio coi nostri tifosi. La cosa importante però è vincere anche in trasferta".
Sul calo delle realizzazioni dopo il settebello all'Atalanta: "Non so, il mio dovere è fare gol. Non credo sia una scusa la tattica, all'inizio ho fatto bene ma ora mi sta mancando il gol. Ma non si può segnare sempre, ci sta che un attaccante lo possa fare. Ma sono uno regolare, ho sempre segnato parecchio da quando sono all'Inter".
Piccola nota sul caos scatenato dalla presenza di Roberto Gagliardini allo Juventus Stadium per assistere al match tra i bianconeri e il Barcellona: "Siete sempre voi giornalisti a fare casino, nel calcio ci sta. Penso che Roberto è andato con un amico a vedere un quarto di finale di Champions League molto bello dove la Juve ha fatto una gran gara. Vedere il Barcellona non capita tutti i giorni, poi era a un'ora di macchina da Milano. Capisco anche i tifosi, vista la nostra sconfitta contro il Crotone. Anche mio figlio voleva andare a vedere la gara. Meno male che non ci siamo andati, a questo punto. Capisco i tifosi ma si può capire anche Roberto".
Chiusura con un parere sul modulo utilizzato (4-2-3-1) che a volte lo vede un po' isolato al centro dell'area di rigore, e la possibilità di aggiungere un'altra punta al suo fianco: "Valuta il mister, ma il modulo che abbiamo è adatto alle qualità dei giocatori che abbiamo oggi. Abbiamo esterni come Candreva, Perisic, che sanno andare sulla fascia e fare cross. Ma se ho una punta vicino a me, come Palacio a Crotone, va bene, io mi adatto al modulo che decide il mister".
Conferenza riportata da FcInterNews.it