Dopo un inizio coi fiocchi, Joao Mario ha cominciato a perdere qualche colpo. L'evoluzione della stagione del portoghese, arrivato all'Inter in estate, è stata forse al contrario rispetto a quanto era lecito attendersi: da gennaio in poi, con la crescita di Banega e l'arrivo di Gagliardini, il centrocampista è scivolato più volte in panchina e ha riscontrato le prime difficoltà, affrontate comunque con serenità.
Il diretto interessato ha parlato dal ritiro del Portogallo, dove si trova per gli impegni di qualificazione a Russia 2018, anche della sua scelta di volare in Italia e vestire il nerazzurro: "Ho preso una decisione cosciente e per questo non sono assolutamente pentito. Anzi, sono molto soddisfatto del lavoro che ho svolto finora nell’Inter".
"La Serie A è un campionato importante, si lavora molto dal punto di vista tattico - prosegue Joao Mario, parlando del tipo di calcio che ha incontrato nel nostro paese - ma è anche un campionato in cui giocano squadra aggressive, che ti portano a giocare gare ricche di confronti e contrasti: questo non me l’aspettavo".
Forse è anche questo uno dei motivi del leggero calo subito negli ultimi periodi, insieme forse all'abitudine nel giocare in un campionato di caratura superiore rispetto a quello lusitano: "Per far fronte ai tanti duelli di campo devo lavorare sul mio fisico. Il livello della Serie A è leggermente superiore a quello portoghese e oggi mi sento più completo rispetto a prima degli Europei, proprio perché gioco in un ambiente di livello superiore”.
Le prestazioni in nerazzurro sotto la guida di Pioli sono strettamente legate alla presenza con la maglia della propria Nazionale, con la quale l'ex giocatore dello Sporting ha vinto lo scorso Europeo in Francia. "Devo lavorare duramente nell’Inter anche per meritare la convocazione col Portogallo. Parte del mio lavoro è fare bene all’Inter per poter essere qui. Voglio segnare per la mia nazionale e speriamo che il gol arrivi il prima possibile, ma non è una cosa che mi preoccupa”.
La concentrazione è massima, soprattutto in vista del match contro l'Ungheria, forse già decisivo per tenere il passo di una Svizzera che corre e ha 3 punti di vantaggio sul Portogallo, mentre dietro i magiari sono a -2. “La partita con l’Ungheria sarà una finale. Vincendo ogni partita, dovremo poi confrontarci nel testa-a-testa con la Svizzera. Dobbiamo affrontare questa partita come fosse una finale, perché è chiaro quanto sia fondamentale. Tutte le squadre vogliono battere i campioni d’Europa e questo ci serve solo come motivazione a fare di più e farlo meglio”, chiude Joao Mario.