La battuta viene fin troppo facile: almeno sul campo il Milan è arrivato ad un closing, nel senso che ha battuto il Chievo di Maran e ha chiuso la sfida di San Siro con i tre punti in tasca. A prescindere da ironie fin troppo semplici in questo momento, la squadra di Montella ha giocato forse una delle migliori gare dell'ultimo periodo. Poche sbavature difensive e diverse occasioni create dalle parti di Sorrentino, con il punteggio che sarebbe potuto essere ben più rotondo di quanto non racconti il tabellino finale.

L'atteggiamento del Chievo, tranquillo in classifica e quindi con meno pressioni sulle spalle, in qualche modo ha facilitato le scorribande dei vari Deulofeu e Bacca che hanno potuto godere di spazi mai visti nelle ultime settimane. La sensazione più in generale, però, è stata quella di un Milan che pur con i suoi limiti più o meno di sempre, soprattutto a livello di tecnica individuale, lettura e abilità di scelta della giocata, ha mostrato dei segnali di maturità e lucidità all'interno dei 90 minuti da parte di diversi giocatori su cui nell'ultimo periodo ci si era fatti delle domande. Impossibile, da questo punto di vista, non partire da Carlos Bacca. Due gol, un rigore sbagliato e un altro paio di occasioni fallite a guardare solo agli highlights della partita, ma all'interno delle pieghe della gara si scopre che il colombiano è stato un po' più coinvolto nella manovra offensiva. Impegno e voglia di fare non sono mai mancati, ma contro il Chievo è sembrato che Bacca avesse un atteggiamento diverso, più disposto al sacrificio e all'aiuto verso i compagni. Gli errori rimangono perchè a 30 anni è difficile cambiare certi istinti, ma se non altro si è visto qualcosa.

Menzione particolare anche per due centrocampisti come Sosa e Bertolacci. Il primo in questo momento sembra essere molto prezioso per Montella che infatti ha ridotto e di molto i minuti di Locatelli in campo a favore dell'argentino. Ci ha messo un po' a capire un ruolo diverso, ma ora lì a centrocampo riesce a farsi sentire nelle due fasi con i tempi e i modi giusti. Un paio di parole è giusto spenderle anche per Bertolacci. Montella ha sempre detto di puntare sull'ex Genoa, soprattutto per le sue qualità tecniche e di lettura delle azioni di gioco. Sia a Sassuolo che contro il Chievo spesso Bertolacci si è ritrovato quasi a fare il trequartista alle spalle di Bacca, venendo verso il centro del campo per provare a dialogare con il centravanti colombiano, oppure con i due esterni, in grado sia di puntare sull'esterno che di tagliare verso la porta di Sorrentino. I due sono stati importanti anche nel momento in cui Montella ha osato con quattro giocatori offensivi, riuscendo a tenere la squadra tutto sommato compatta e garantendo una linea di collegamento fra difesa e attacco.

Bertolacci e Dainelli, acmilan.com
Bertolacci e Dainelli, acmilan.com

Adesso bisogna pensare alla Juventus, venerdì a Torino. Bastano i numeri a descrivere la difficoltà di questo impegno. Vero che in stagione il Milan ha vinto due volte contro i bianconeri ed è stato sconfitto in Coppa Italia, guarda caso allo Stadium. Lì dove i bianconeri hanno fatto cifra tonda con 30 vittorie in fila. Uno sproposito. Il Milan ovviamente ci proverà, ma la sensazione è che il risultato, per quelle che sono le ambizioni di oggi dei rossoneri, sia quasi meno importante di quello che la squadra saprà far vedere soprattutto a livello di mentalità e maturità acquisita. Spesso su questi due fronti le avversarie della Juventus a Torino sembrano venire schiacciate dalla squadra di Allegri. Il Milan dovrà essere bravo a resistere alla pressione che imporranno ai rossoneri. Per dimostrare che i segnali di maturità della gara contro il Chievo e perchè non delle ultime settimane in generale non sono episodi, ma piccoli solchi da continuare a percorrere.