Mauro Icardi lancia l'Inter verso l'alto. Lo fa in campo, a suon di gol, lo fa anche fuori dal campo, con parole ricolme di ambizione, di determinazione, di voglia di raggiungere traguardi importanti in nerazzurro. L'attuale è la qualificazione in Champions League, agganciare un terzo posto che in classifica dista sei punti non è utopia. Lo conferma lo stesso Icardi, in una lunga intervista concessa oggi alla Gazzetta dello Sport.
"Non siamo fuori dai giochi e non lo saremo fino a quando i numeri ci diranno che possiamo qualificarci. Credo fortemente nel terzo posto, ci crediamo tutti. Abbiamo il dovere di provarci fino in fondo, io sono molto fiducioso".
Raggiungere l'obiettivo stagionale significherebbe anche rilanciarsi con decisione verso l'alto, un'iniezione di fiducia che aiuterebbe a formare una consapevolezza che al momento all'Inter sembra mancare: "Dobbiamo acquisire una mentalità vincente. Non possiamo mostrarla solo in alcune partite, è la continuità ad alto livello la dote che fa la differenza. E che non abbiamo ancora. Dobbiamo abituarci a vincere, deve diventare una cosa naturale, non eccezionale".
L'attaccante argentino respinge anche le voci e si schiera a strenua difesa di Stefano Pioli, sottolineando i miglioramenti della squadra sotto la gestione del tecnico, che al momento detiene uno score di dodici vittorie e cinque sconfitte: "Dobbiamo fare il massimo per aiutarlo, come lui ha fatto col nostro gruppo. Ha tirato fuori il meglio di noi, ha cambiato tutto e abbiamo già fatto un salto di qualità notevole, da quando è arrivato a oggi. Deve contare solo ciò che facciamo in allenamento e sul campo, senza distrazioni esterne".
E sulla gestione tattica, sul passaggio alla difesa a tre con l'adozione di due trequartisti alle sue spalle, Icardi afferma: "Credo sia il più adatto a noi, perché abbiamo molti campioni con la propensione a sacrificarsi per i compagni. I risultati confermano che è la strada giusta, noi ci troviamo bene".
Parole anche sul proprio rendimento, sulla propria posizione in campo e sul ruolo e soprattutto sul suo aiuto in fase di costruzione, tanto trascurato da molti. Spiega l'argentino: "Ci sono tanti modi di aiutare una squadra e il mio è fare gol. Sento sempre dire che dovrei partecipare di più alle manovre d’attacco della squadra, ma mi sono un po’ stancato di questi discorsi. In questa stagione ho già dato otto assist...".