La tempesta, in casa Bologna, non è ancora passata. Le sconfitte pesanti con Napoli, Milan, Samp ed Inter hanno creato scompiglio nell'ambiente rossoblu, improvvisamente in depressione dopo un inizio di stagione incoraggiante e all'insegna della tranquillità.
Il Capitano dell'imbarcazione, Roberto Donadoni, si è addossato la responsabilità dell'accaduto; ora però, dai suoi marinai si attende una reazione d'orgoglio che possa spazzare via ogni dubbio o perplessità. Il Bologna, è di scena al Ferraris di Genova, Stadio visitato appena due settimane or sono, e che aveva lasciato più di qualche rimpianto.
Stavolta però, l'avversario è il Genoa, anch'esso - come gli emiliani - in profonda crisi. Al contrario del Bologna, i liguri hanno appena cambiato guida tecnica: dentro Andrea Mandorlini, fuori Ivan Juric. Una decisione necessaria, arrivata appena dopo la roboante sconfitta di Pescara.
Con un nuovo tecnico in panchina, Donadoni sa della pericolosità di questo Genoa, a secco di vittorie da novembre ma - come dimostrato più e più volte - capace di mettere tante big in difficoltà proprio tra le mura amiche.
Nonostante le avvertenze, nella consueta conferenza stampa della vigilia, Donadoni ha mostrato gli artigli, annunciando la reazione del suo Bologna: "Sappiamo bene quello che dobbiamo fare per fare risultato, in settimana abbiamo lavorato molto su noi stessi. Sarà una partita che dovremo necessariamente giocare con grande agonismo ed intensità. Non dovremo pensare assolutamente a quello che sarà l'ambiente sugli spalti di Marassi. Conterà molto anche la nostra solidità mentale" esordisce il tecnico ex Parma.
Le ultime sconfitte hanno lasciato degli strascichi, ma l'ex ala rossonera non vuol soffermarsi più di tanto sugli errori commessi: "Mi infastidisce vivere di ricordi quindi non voglio che i miei ragazzi pensino alla gara d’andata, agli episodi che non sono andati a nostro favore. Dobbiamo solo pensare a noi stessi e alle nostre capacità che devono essere superiori a quelle di ieri. Le quattro sconfitte ci danno un enorme dispiacere ma possiamo solo lavorare e crescere di più e più in fretta".
Dopo l'infortunio accusato proprio a Marassi, nella gara con la Sampdoria, Donadoni può riabbracciare Mattia Destro, di nuovo a disposizione: "Destro sta decisamente meglio, mi è piaciuto che abbia giocato gli ultimi venti minuti della partitella, si è reso disponibile e si è dato da fare. Petkovic era al primo appuntamento di quel tipo, ha iniziato titubante ed è venuto fuori bene. Sta lavorando per migliorare ma ha lasciato una sensazione positiva anche ai compagni di squadra. Giocare insieme a Destro? Dipende molto da loro, un calciatore moderno deve saper interpretare più ruoli ma credo che possano assolutamente convivere".
Prima di chiudere con un pensiero rivolto al suo collega Ranieri, Donadoni si sofferma sul ruolo chiave che sta giocando il Presidente Saputo: "È una persona consapevole del suo ruolo fondamentale e lo interpreta in modo intelligente, altri presidenti non conoscono i loro limiti ed esagerano. Essere presidente non ti autorizza a fare qualsiasi cosa. Il presidente vorrebbe ovviamente vedere una vittoria almeno quando arriva in Italia e noi vorremmo conquistarla per lui ma soprattutto dobbiamo uscire dal campo sapendo di aver fatto tutto il possibile per guadagnarci l’approvazione del pubblico, della critica e ovviamente di Saputo".
Come annunciato, la chiusura è per Claudio Ranieri, appena esonerato dal Leicester: "Penso che il buonsenso possa portare tutti a capire che in questo mondo non vengano ormai più riconosciuti i meriti. Dopo l’impresa dell’anno scorso bisognava dargli la possibilità di finire almeno la stagione: quello che è accaduto non mi piace, mi sembra anche una mancanza di tatto".