A due mesi esatti dalla prima partita sulla panchina dell'Inter di Stefano Pioli (il derby contro il Milan pareggiato 2-2 all'ultimo grazie a Perisic) si possono tirare le prime somme del suo lavoro: il gioco c'è, l'equilibrio c'è e giocatori che sembravano ormai irrecuperabili anche. E poi quel Gagliardini in mezzo al campo...
La squadra
Crederci fino all'ultimo. Con Pioli l'Inter non ha mai mollato: la squadra ha quasi sempre azzeccato l'approccio alla partita (tranne a Napoli dove ha subito 2 gol in 5') e quando è andata sotto ha sempre reagito, guadagnando 7 punti da 3 situazioni di svantaggio il più delle volte grazie a Perisic, che è diventato ormai incontenibile negli ultimi 10 minuti di partita.
L'infortunio di Gary Medel ha rallentato la rivoluzione difensiva ideata da Pioli. Il tecnico ex Lazio è stato costretto a puntare ancora sul duo Miranda-Murillo che nelle ultime uscite ha mostrato molta più solidità: sono soltanto due gol subiti nelle ultime 5 di campionato. Il vero punto debole sono però i due terzini: D'Ambrosio e Ansaldi non sono due prime linee e le avversarie per il terzo posto sono sicuramente più organizzate.
Il duo Kondogbia - Gagliardini
Sì, proprio Kondogbia. Chi l'avrebbe mai detto che dopo la bocciatura clamorosa arrivata da parte di de Boer, che sostituendolo al 28' nel match d'andata con il Bologna l'aveva messo nell'occhio del ciclone, sarebbe tornato ad alti livelli come mai aveva fatto con la maglia dell'Inter? Probabilmente nessuno, tranne Pioli. Il francese è stato riproposto nel centrocampo a 2, come giocava nel Monaco, facendo reparto con Brozovic. Eppure con Gagliardini il numero 7 dell'Inter si è ripreso il posto da titolare. Gioco semplice, ma efficace, mixato con giocate di grande classe, gamba e palloni: questi i punti forti del 23enne.
Si diceva che l'ex atalantino Gagliardini avrebbe potuto sentire la pressione di una grande piazza e di uno stadio imponente come San Siro vista la sua giovane età. Macché: due partite su due da titolare senza sfigurare assolutamente, anzi, contro il Chievo è stato anche il migliore in campo. Come detto da Pioli, Gagliardini assomiglia a Tardelli, sia per corsa, sia per giocate. Si fa sempre trovare al posto giusto nel momento giusto, raramente sbaglia un passaggio e spesso va al tiro. Giocatore quasi del tutto completo. E non è una cosa del tutto scontata, data la sua giovane età.
Il tridente
Perisic, Icardi, Candreva. Un attacco che fa paura a tutte le difese d'Italia. Il capitano nerazzurro ormai lo conosciamo: è un giocatore che da un momento all'altro si può accendere, attaccare un pallone e buttarla alle spalle del portiere avversario. Ma nelle ultime giornate ha fatto anche di più: ha iniziato a lavorare anche per la squadra, andando a prendersi palloni a centrocampo e difendendoli per far salire i compagni.
Da zona Cesarini a zona Perisic: il croato è diventato decisivo, decidendo le due rimonte nel finale contro Udinese e Chievo con tre gol che potrebbero rivelarsi in futuro decisivi per la corsa Champions, obiettivo possibile se l'Inter riuscirà a mantenere questo passo.
Chiamatelo Mister cross. Candreva è il fulcro del gioco sulle fasce dell'Inter, fornendo già 5 assist in campionato ai compagni. Importanti anche i suoi gol, come quello arrivato Martedì in Tim Cup contro il Bologna. Su di lui non c'era bisogno di scommettere, viste le cose buone fatte proprio con Pioli alla Lazio.