Joao Mario è, nell'Inter attuale, un punto fermo. Fior di milioni per strapparlo allo Sporting, un'operazione importante, con Suning in prima fila per assicurarsi un giocatore in vetrina allo scorso Europeo. Ora, l'obiettivo del portoghese è trasportare dalla nazionale lusitana al club nerazzurro la sua forza, la sua personalità. In un'intervista concessa a Tuttosport, Joao Mario sottolinea le difficoltà recenti dell'Inter. Il campo è giudice duro, incorrottubile. L'attuale classifica non può soddisfare una squadra al via con ben altri obiettivi.
Il calciatore evidenzia però alcuni problemi. L'inversione di rotta all'alba di stagione - con il cambio alla guida tra Mancini e De Boer - le difficoltà di comprensione con il tecnico olandese, immerso in una situazione di soluzione non semplice. La ricerca del bel gioco, di un'impronta nuova, vano tentativo di costruire un'Inter diversa con poco tempo a disposizione.
"E' innegabile che non abbiamo cominciato molto bene questo campionato. Però il passato è passato, adesso è tempo di pensare a ciò che dobbiamo correggere e migliorare per finire bene questo 2016 e poter nel nuovo anno cercare di ipotecare l'accesso alla Champions".
"Penso siano normali visto che abbiamo cambiato allenatore poco prima dell'inizio del campionato. E' inutile, però, continuare a guardare al passato".
"Difficile da dire, anche perché nel calcio, tutte le volte che accadono cose sbagliate, paga l'allenatore. Adesso che abbiamo un tecnico italiano mi rendo conto come nella gestione precedente un problema fosse la lingua. Anzi, forse era la difficoltà principale. De Boer aveva delle buone idee, ma non era riuscito a trasmetterle alla squadra come oggi riesce a fare Pioli".
La scelta di Pioli trova l'approvazione di Joao Mario. Un allenatore preparato, che da anni si misura con la massima serie italiana. Dialogo immediato, principi di base ben definiti, la possibilità di assimilare rapidamente i concetti. Da qui, il progresso delle ultime uscite, con la vittoria sul Genoa a rilanciare l'Inter.
"Sarebbe semplice dire innanzitutto la lingua, ma non è un particolare secondario. Inoltre Pioli conosce meglio il campionato italiano e chiaramente, comprendendo meglio le sue indicazioni, le cose di partita in partita stanno migliorando".
Un'etichetta pesante, 45 milioni sul piatto. Cifra esosa, ma Joao Mario allontana lo spettro della pressione, respinge l'assalto dei media e mostra grande maturità.
"Se l'Inter ha speso così tanto per me è perché crede nelle mie capacità. Io cerco di non pensare alla valutazione del mio cartellino, voglio aiutare il club a raggiungere i risultati, con le mie prestazione devo ripagare la fiducia e l'investimento che la società ha fatto su di me".
Il centrocampista conferma la predilezione per un ruolo più avanzato. J.Mario ama alzare il suo raggio d'azione fin sulla trequarti, "stordendo" il giropalla avversario e supportando i profili d'attacco della squadra. Regista, quindi, solo per esigenza.
"Mi piace giocare in una posizione più avanzata, per avere maggiori possibilità di inserirmi in attacco. Pioli nelle ultime gare ha pensato che dovessi giocare in modo più difensivo e per me non c'è stato alcun problema".
Infine, un pensiero sul calcio italiano. Calcio fisico, tattico, martellante. Se il livello tecnico è all'apparenza inferiore, così non è per altri aspetti. Joao Mario conforta l'impressione esterna, ogni partita, in A, riserva insidie particolari, perché anche squadre di rango inferiore sanno interpretare alla perfezione la sfida.
"Pensavo fosse più semplice. E' un torneo diverso dagli altri in Europa, tutte le squadre sanno difendersi bene e sono molto aggressive. Devi essere sempre al top fisicamente altrimenti è difficile reggere il confronto. Rispetto al campionato portoghese, la Serie A è più tattica ed è più difficile fare gol. Inoltre il livello delle squadre medio-piccole è più alto. In Portogallo c'è più qualità tecnica, ma il titolo se lo giovano solo in tre. Diciamo però che Porto, Benfica e Sporting potrebbero primeggiare anche in Italia"
Fonte Fc Inter News