Bricolage, puzzle, rebus, chiamatelo come volete, ma questa Inter ha assunto sempre più i caratteri di un enigma scomposto. Ogni singolo pezzo trova difficoltà ad incastrarsi con gli altri, anche a causa della presenza di numerosi doppioni. In rosa come in società, il mondo Inter dà l'idea di non essere pronto al grande salto semplicemente perchè la sua vera natura non è ancora venuta fuori. I vari De Boer, Mancini e Pioli hanno provato (e qualcuno si sta ancora sporcando le mani) ad incollare i frammenti diversi di questo enorme e irrisolvibile puzzle. La natura variegata e confusionaria di questa squadra emerge facendo un rapido approfondimento sulle ultime sessioni di mercato, in corrispondenza delle quali è arrivata una miriade di giocatori e ad altrettanti è stato dato il ben servito. 

INVERNO 2014/2015 (primo Mancini):

Questa è stata senza dubbio la sessione più fuorviante della recente storia interista. Giocatori, acclamati come fuoriclasse e salvatori della patria, scaricati malamente appena sei mesi dopo, Tra questi, gli unici rimasti in rosa attualmente sono: Davide Santon (tornato alla base in prestito dal Newcastle con diritto di riscatto fissato a 3,70 milioni di euro) e Marcelo Brozovic (prelevato per circa 8 milioni dalla Dinamo Zagabria).

ESTATE 2015:

Concluso il campionato mestamente, Mancini può concentrarsi sulla costruzione della sua nuova Inter. A gennaio aveva fatto le prove generali e grazie al suo "savoir faire" erano arrivati giocatori importanti, adesso la rivoluzione è destinata a compirsi in toto. Arrivano Miranda, Kondogbia, Murillo, Perisic e molti altri. La spesa complessiva è notevole (visti anche i limiti del Ffp) ed ammonta a circa 80 milioni (considerando anche gli arrivi dei vari Montoya, Telles e Ljajic). Nella rosa attuale, oltre ai sopracitati, compaiono ancora Jovetic, Felipe Melo e Biabiany. 

INVERNO 2015/2016:

La parentesi Mancini continua e, visti gli inaspettati risultati in campionato, la proprietà decide di regalare il colpo Eder, preso dalla Samp per un totale di 13,5 milioni di euro (tra prestito e riscatto).

ESTATE 2016 (prima Mancini, poi De Boer):

L'ultima sessione di mercato estiva è senza dubbio la più travagliata, quella del ribaltone in panchina (con De Boer che prende il posto del Mancio) anche per motivi di mercato. La proprietà non aveva fatto mancare il suo apporto, prelevando Ansaldi per 3,5 milioni, Banega a parametro zero (oltre a Caner Erkin) e Candreva per circa 22 milioni più bonus. Dopo l'avvicendamento in panchina, arrivano altri due colpi importanti: Joao Mario (dallo Sporting per 40 milioni più bonus) e Gabigol (dal Santos per circa 29 milioni).

A conti fatti, dopo questo breve excursus, è evidente come Stefano Pioli si ritrovi una squadra non sua (ovviamente) ma soprattutto composta per tre quarti da due allenatori diversi, che hanno messo le mani un po' ovunque creando una confusione pazzesca. In tutto ciò, la società non ha posto il minimo freno a questo bricolage psicotico, dimostrando lacune spaventose dal punto di vista dell'organizzazione e della progettualità. L'attuale allenatore dell'Inter sta facendo di necessità virtù, alternando moduli e uomini e facendo esperimenti che tuttavia non hanno avuto esiti soddisfacenti. La rosa è ampia, probabilmente troppo, ma ci sono ruoli estremamente affollati e altri totalmente carenti. Altro segno che l'organico è stato costruito senza apparente criterio. Le famose figurine (di cui parlava Campedelli qualche giorno fa) fanno fatica ad attaccarsi; in questo modo la classifica continuerà a piangere e a tutto l'ambiente non resterà altro da fare che abbandonarsi a se stesso finchè il sole di giugno non desterà tutti quanti.