"Kondogbia! Kondogbia!" urlano i tifosi nell'estate torrida del 2015, quando Geoffrey, con la maglia numero 7 di un certo Luis Figo, si affaccia al balcone saltando e ridendo ai cori.
Una trattativa estenuante tra contatti, cene, rilanci, accordi. Tra l'Inter ed il Monaco si inseriscono i cugini del Milan, con Galliani nel Principato, molto interessato al centrocampista francese. I neroazzurri però sono più lesti e grazie al lavoro del ds Ausilio e dell'ex Marco Fassone (ora al Milan) riescono a concludere positivamente la trattativa, con il prezzo che però lievita.
Poco importa alla fine, con Geoffrey che sbarca a Milano, sponda neroazzurra, tra l'entusiasmo dei tifosi che si assicurano il primo derby della stagione. Tante aspettative da questo giovanotto francese, centrocampista di belle speranze (23 anni), ma già con una carriera "importante" (Siviglia e Monaco), paragonato a Pogba, ma con caratteristiche molto differenti, dal gioco al carattere.
L'inizio di Geoffrey non è dei più esaltanti, bisogna abituarsi ai nuovi carichi di lavoro, ad un campionato come la Serie A (più tattico della Liga e della Ligue 1). Prove sufficienti per il francese ed un gol contro il Torino per lui (vittoria per 0-1).
Le qualità ci sono e le giocate pure, ma sembra troppo macchinoso in mezzo al campo e certi palloni vengono regalati con troppa ingenuità.
Arrivano dunque le prime critiche, si parla di "spesa folle" per un giocatore mediocre che non vale 40 milioni. Proprio questi "milioni" forse sono pesati e pesano ancora sulle spalle di Kondogbia, che non riesce a giocare "sereno" e "spensierato", perchè al primo errore viene catalogato come un "bidone del calciomercato estivo". Certo ci si aspetta tanto da lui, ma ha pur sempre 23 anni.
Nuova stagione, quella in corso 16/17, alla ricerca del riscatto. Mancini crede molto in lui, ma dopo un'estate tra richieste e fraintendimenti il tecnico di Jesi saluta e a poche settimane dall'inizio del campionato arriva Frank De Boer.
Tra Geoffrey e Frank non sembra scattare la "scintilla", con il tecnico olandese che predilige il 4-2-3-1 o il 4-3-3, moduli che prevedono un centrocampista di contenimento e "diga" (Medel) ed un altro di spinta ed inserimento (Joao Mario). Perciò il francese trova svariate difficoltà e quelle poche volte che vede il campo non va per nulla bene. Inoltre, abituato ad avere un regista puro al suo fianco, patisce questa mancanza, questo "equivoco tattico", sia con Mancini (che a volte lo schiera anche largo nei tre di centrocampo o centrale) che con De Boer (affiancato da Medel).
Il fatto risale al match casalingo contro il Bologna (pareggio per 1-1) dove Kondogbia viene schierato dal primo minuto, vista l'assenza degli altri titolari. Il francese appare poco in partita, molle, svogliato. Da lui nasce l'azione del gol dei rossoblu, con un pallone perso a metà-campo.
Qui De Boer "s'infuria" e decide di sostituirlo al 28' del p.t. con il giovane Gnoukouri. "Non faceva quello che volevo da lui" dice a fine partita l'ex-tecnico neroazzurro.
Smacco totale e bocciatura per l'ex-Monaco e rapporto con De Boer incrinato in modo definitivo.
Le voci su una possibile cessione nel mercato invernale iniziano a circolare, presente l'interesse di Olympique Marsiglia, PSG e Premier (Chelsea e Liverpool). La cifra? 30 milioni.
Partenza ora non scontata, infatti, con l'arrivo del nuovo tecnico Stefano Pioli, il francese sembra in netta ripresa e le parole di Ausilio non possono che dare "fiducia": "Kondogbia non è mai stato sul mercato e avrà l'opportunità di dimostrare quanto vale".
Nuovo spirito in allenamento, più serenità e più incisività sotto porta. Contro il Chiasso in settimana, Geoffrey disputa una buona partita, dimostrando personalità e "nuova" grinta, decisione nelle giocate e nell'atteggiamento.
Ora si attende una risposta anche nelle partite più "impegnative", in un palcoscenico come la Serie A.
Intanto l'agente chiarisce: "Geoffrey è un giocatore dell'Inter", ora attendiamo la risposta sul campo del francese che non vede l'ora di poter inanellare prestazioni positive e convincenti per rinascere e rendere felici i tifosi.