Il gol dell'Inter - a metà ripresa - nasce da una progressione a sinistra di Santon, doppio passo e cross basso. Candreva - in ombra fino a quel momento - prende posizione al centro, accorcia e batte col mancino. La palla gira e rientra verso l'incrocio, impatta sulla traversa e consegna a San Siro il gioiello di serata. L'esterno allarga le braccia e si prende l'abbraccio della curva. Un segnale importante, perché i protagonisti dell'azione, Santon e Candreva appunto, passano da vittime a carnefici in un giro d'orologio. Il bambino naufraga nei primi 45 minuti, stritolato dalle scorribande di Martina e dalla circolazione rapida del Southampton, l'esterno ondeggia, svogliato e poco servito, sulla linea, in attesa di rifornimenti ed occasioni. Il loro ingresso nella partita segna il risveglio dell'Inter e il calo inglese. Con più spazi, con maggior piglio, l'Inter preme e fraseggia, segna e acquista fiducia. 

Foto: Inter.it
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Il rosso a Brozovic

Nel ritorno alla vittoria, non manca il brivido. Il secondo giallo a Brozovic colora il finale, ri-accende un Southampton sulle gambe e costringe l'Inter in trincea. Icardi - dopo le recenti polemiche - riceve l'applauso convinto di San Siro. Si sbatte in un pressing solitario, rientra sulla linea mediana, esempio per i compagni. L'apertura errata per D'Ambrosio - in un tentativo di ripartenza - testimonia il limitato fiato a disposizione. Gambe pesanti al tramonto, ogni energia sul campo, per la squadra. 

Non mancano, in un'opera che si rispetti, gli eroi. Handanovic è, per ruolo, l'opposto di Icardi, come lui un elemento chiave nelle dinamiche della squadra. Il Southampton, nel finale, sfrutta la superiorità, sposta in area le torri e bombarda la zona nei pressi del portiere. Con l'aiuto di Nagatomo salta la prima minaccia. Sulla seconda, Handa è perfetto, Austin - col fisico - protegge palla, si fa largo e batte, ma il portiere sloveno si avventa sul pallone, si tuffa in avanti coprendo lo specchio. 

Il cuore di Eder prima, la corsa di Perisic poi. Un enorme Miranda. Saltano le distanze, normale in una situazione di resistenza, ma il mutato atteggiamento è evidente, l'Inter crede nella vittoria e guida gli eventi. L'ultima conclusione da fuori di Hojbjerg si spegne a lato, con Handanovic proteso in volo. Al triplice fischio, un profondo respiro. 

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Le difficoltà di manovra 

La vittoria non cancella le carenze dell'Inter, acuite, in Europa, dall'assenza di Joao Mario. Senza Banega - ieri sera a riposo - la manovra è lenta e prevedibile. Basta un'ordinata disposizione per disinnescare ogni pensiero d'attacco. De Boer chiede ai suoi un giro palla difensivo attento, per non esporre la squadra a pericolose "aperture". Il lento incedere di Murillo e compagni non preoccupa però gli avversari di turno, la sfera rotola in orizzontale, Medel non ha le qualità per accelerare il gioco e Gnoukouri sembra patire posizione - mezzala con il Southampton - e palcoscenico. Brozovic garantisce grande movimento, si butta negli spazi e ha propensione alla giocata, ma non basta. L'unico sfogo è sull'esterno, ma con la squadra bassa, perde d'efficacia. Eder e Candreva - polmoni utili in fase di ripiegamento - non riescono ad infilarsi nelle linee di Puel e quando l'Inter recupera palla non ha effettivi per far male. 

Miranda 

La difesa, sollecitata a più riprese, regge. Merito soprattutto del totem brasiliano, cardine di un reparto che sbanda pericolosamente. La partita di Santon è a due facce, timoroso per un tempo, inserisce le marce alte nella ripresa. Nagatomo non esagera, ma riesce, a destra, a contenere le sfuriate inglesi. Murillo palesa invece alcune pecche. Irruento, esagera, perdendo uomini e campo. Il colombiano non legge con attenzione il gioco e va in difficoltà, più volte. A mantenere la rotta di galleggiamento Miranda, un califfo. Sorvolato da un lancio profondo in avvio, rimedia, con calma olimpica. Da lì è un gigante. 

Va al contrasto aereo, specie nel concitato finale, tappa le falle altrui, decifrando con anticipo il gioco, si propone in uscita, dando tranquillità alla squadra. Quando il Southampton spinge a pieno organico, Miranda esce palla al piede, guadagna secondi e consente al gruppo di respirare. Fondamentale.