E alla fine ci pensa... Mauro Icardi! Dopo un primo tempo sottotono, con le uniche occasioni di Banega-Candreva a metà della prima frazione, con un Pescara pimpante e molto pericoloso dalle parti di un super-Handanovic (rimesso a lucido) con i giovani Caprari (futuro a tinte neroazzurre), Verre e Benali, il capitano dà la sveglia dopo lo svantaggio.
Infatti è il Pescara a passare con il talento Bahebeck (ex-PSG), dormita di D'Ambrosio, e a sfiorare ripetutamente il raddoppio. Poi ecco che De Boer, stile basket, decide di cambiarne tre contemporaneamente, fuori Candreva (incisivo sulla fascia destra con qualche buon cross per Icardi), Perisic (buona la prova del croato tutta corsa e spinta) e Medel, dentro tre giocatori offensivi per un'Inter a trazione anteriore: Jovetic, Eder e Palacio.
Squadra ridisegnata con in campo 4 giocatori ultra-offensivi (Icardi, Palacio, Eder e Jovetic con un 4-2-4) e Banega un passo indietro a rifinire per le punte. Joao Mario (non male, ma ci vuole calma per l'ambientamento perfetto) davanti alla difesa. Qualcosa così sembra cambiare (facendo tornare alla memoria le strategie di Mourinho o Mancini dei primi anni neroazzurri) e l'Inter trova prima il pareggio al 78' con un cross al bacio di Banega per la testa di Icardi e poi sempre su un lancio del play argentino (con un errore della coppia Gyomber-Zampano) Icardi vince un rimpallo e la piazza alle spalle di un ottimo Bizzarri.
Nel complesso, un'Inter un po' bloccata nella prima frazione, con un Pescara in grado di pressare alto e mettere in seria difficoltà la retroguardia neroazzurra. Handanovic, in serata di grazia, disinnesca in serie Verre, Benali, Memushaj e Caprari. De Boer, sicuramente, dovrà ancora lavorare molto su questa fase, magari chiedendo maggiore copertura ai suoi centrocampisti, viste le frequenti ripartenze del Pescara nell'arco del match. Resta per l'undici ospite il problema in corsia (D'Ambrosio molto meglio di Santon nei 94' minuti di gioco).
Il cambio contemporaneo di 3 giocatori, che in Serie A è inusuale, porta un po' d'aria fresca, con il "giovanotto" Palacio (uomo-ovunque) ed Eder al centro delle principali trame offensive. Più in chiaroscuro Jo-Jo, posizionato largo a sinistra nel disperato assalto finale.
Ora testa all'Europa League e poi domenica, al Giuseppe Meazza di Milano ore 18, arriva la Juventus per un Derby d'Italia che ci dirà se l'Inter targata Suning possa considerarsi una squadra con la -S maiuscola.