Banega, Candreva, Ansaldi, Joao Mario, Gabigol, senza dimenticare Gianluca Caprari (talentino rimasto in prestito al Pescara). Una sfilza di nomi che Zhang e Thohir hanno messo sul piatto di De Boer. Gli ultimi arrivati (il portoghese ex Sporting e il campioncino brasiliano) hanno sottolineato per l'ennesima volta la potenza economica di un marchio affermato come quello cinese. Il FFP si faccia da parte, la nuova Inter sorge inevitabilmente dalle ceneri di Mancini e Moratti. Un'Inter tornata protagonista sul mercato al pari di Juventus, Roma e Napoli ma che dovrà necessariamente far parlare il campo.
L'organico è stato ampliato notevolmente e la rosa (osservando i nomi) appare superiore a quella arrivata quarta solo qualche mese fa. Accantonati i talenti slavi (Ljajic al Toro, Jovetic e Brozovic partono dietro nelle gerarchie) la nuova Inter si tinge di azzurro con l'arrivo di Candreva, ma non ripudia la sua vocazione sudamericana (argentina in particolare), con uno sguardo importante al futuro. In questi termini, stuzzica parecchio l'idea di un centrocampo per 2/3 composto da "under" (Joao Mario e Kondogbia) ma orchestrato dall'esperienza e dalla personalità di Ever Banega. Il trequartista, prelevato a zero dal Siviglia, arretrerà probabilmente di qualche metro il suo raggio d'azione, per coprire le carenze in regia dei nerazzurri. Il suo carisma e il suo destro vellutato, mixati con la verve dei più giovani, saranno fondamentali per un centrocampo esplosivo ma in via di definizione.
Capitolo difensori. L'arrivo di Ansaldi, trentenne ma con un gran bagaglio tecnico e tattico a disposizione, rappresenta il solo vero innesto ad un reparto che presenta falle più o meno dappertutto. Il suo infortunio ha colto impreparata la dirigenza, ma col suo ritorno parte dei problemi difensivi potrebbero essere risolti. Dietro Miranda e Murillo: il vuoto. Il ritorno di Ranocchia e del convalescente Andreolli non garantiscono sicurezza e l'adattamento di Medel potrebbe non bastare. Santon, D'Ambrosio e Nagatomo sono le solite incognite, rimasti più per necessità che per effettivo valore tecnico. Chissà che il mercato svincolati non regali qualche sorpresa (Maicon e Caceres alla finestra)...
Il reparto avanzato è senza dubbio quello meglio assortito. L'arrivo di Candreva consegna nelle mani di De Boer una batteria di esterni da far invidia alle big europee: Perisic, l'ex laziale, Eder e all'occorrenza anche Joao Mario. Davanti, nonostante le forti pressioni del Napoli (arrivato ad offrire quasi 70 milioni) la conferma di capitan Icardi è forse la nota più lieta, assieme all'ottimo acquisto di Gabriel Barbosa (detto Gabigol, costato sui 25 milioni). Il centravanti verdeoro, fresco campione olimpico con la sua nazionale, è un segnale importante a tutto l'ambiente. L'aver soffiato uno dei più interessanti talenti del panorama mondiale alla concorrenza può consentire ai tifosi, e non solo, di tornare a sognare. L'occhio di Suning è spalancato sul futuro, cercando di concentrarsi sul presente che vede, finalmente, investimenti concreti sui giovani. In quest'ottica è da registrarsi l'acquisto di Caprari (lasciato per un anno in riva all'Adriatico), bruciando la concorrenza e assicurandosi un ottimo trequartista da 10 gol a stagione. La spesa totale si aggira sui 100 milioni di euro e riporta l'Inter nella Top Ten mondiale del mercato.
Certo, la campagna acquisti della Juventus non ha avuto rivali al di qua delle Alpi ma, considerando il cambio di proprietà e i limiti del Fair Play Finanziario, l'esborso dalle parti di Corso Vittorio Emanuele è stato davvero importante. Un segnale concreto per l'avvenire, gennaio o giugno che sia. L'Inter c'è, Suning c'è e battono più di un colpo. Dal fronte cessioni il bilancio è abbastanza confortante. Telles e Ljajic non riscattati, Laxalt al Genoa a titolo definitivo, Biraghi al Pescara e Juan Jesus alla Roma. Il tutto garantisce un risparmio, complessivo, tra ingaggi e plusvalenze, di circa 25 milioni. Ma probabilmente la vera forza del Suning Group è rappresentata dalla risposta negativa ad alcune cessioni non concretizzate. In primis Marcelo Brozovic. Dopo aver fatto la voce grossa con la Juventus e aver rifiutato qualsiasi destinazione italiana, il ragazzo è stato reintegrato in squadra e ha addirittura ritoccato il proprio ingaggio. Una mossa decisa e stizzita, sulla falsa riga del caso Jovetic, dove la Fiorentina pretendeva il pagamento parziale (da parte dell'Inter) dell'ingaggio del montenegrino. Zhang ha deciso di non privarsi, a quelle condizioni, di un talento in esubero ma che potrà rivelarsi ancora utile nell'arco della stagione. Tutto rinviato a gennaio dunque, dove la dirigenza proverà a colmare i vuoti lasciati da questa prima sessione di mercato. Un regista, un difensore centrale e un terzino di spessore. La lista della spesa è ben chiara nella mente degli pseudo-tifosi che, nonostante un mercato di alto livello, preferiscono criticare a priori. Tutto nelle mani di Frank De Boer, dunque, che non avrà la sfera di cristallo ma certamente saprà costruire una squadra competitiva. Fiducia a oltranza per la società, per l'allenatore e per i giocatori ma d'altronde, dopo un mercato così, non potrebbe essere altrimenti.