Attenta, aggressiva, capace di giocare per lunghi tratti alla pari con la Juventus: la Lazio di Simone Inzaghi da’ buoni segnali alla sua prima stagionale all’Olimpico di Roma. A livello di prestazione anche meglio di Bergamo, da dove i biancocelesti portarono a casa i tre punti. Soddisfatto Inzaghi, soddisfatti i giocatori, consapevoli di aver dato tutto contro una grande del calcio internazionale. Quella Juve capace di sfruttare un minimo errore della retroguardia biancoceleste per punire con Sami Kedhira al 66'. Vittoria da grande per i bianconeri, prestazione positiva per i biancocelesti, che escono dal campo a testa alta ma con zero punti in tasca.



Il 3-4-3 messo in campo da Inzaghi è una soluzione che paga. Nel primo tempo la Lazio tiene bene il campo, facendo girare con discreta fluidità la palla, che passa da una parte all’altra del campo. Si va da Basta a Lukaku, gli esterni di centrocampo pronti a ripiegare in difesa: il primo tiene a bada Alex Sandro, il secondo annulla Dani Alves. L’azione parte spesso dai piedi di Bastos (69 passaggi completati, solo uno in meno di Biglia) per passare a centrocampo. L’obiettivo principale della manovra biancoceleste è mettere in azione gli esterni, le sovrapposizioni di Basta e Lukaku, i tagli di Felipe Anderson e di Lulic. I baincocelsti creano molto sulla corsia di sinistra (prodotti 8 attacchi sui 12 totali da questa parte del campo) ma non riescono a concretizzare andando al cross (solo uno su 14 potenziali tentativi).

La Lazio, anche se tiene il pallino del gioco, però fatica a sfondare il muro difensivo eretto da Massimiliano Allegri. La variante della BBC con Benatia al posto di Bonucci è ordinata, compatta, e difficile penetrare per il troppo isolato Ciro Immobile. Con un Felipe Anderson molto disposto al sacrificio ed un Lulic più attento alla fase difensiva, l’attaccante laziale spesso ha dovuto affrontare la difesa bianconera da solo o con poco supporto ai fianchi. La Juve nel primo tempo non è mai stata pericolosa e ha faticato a creare gioco, merito di una Lazio ben messa in campo ed aggressiva su ogni pallone. La situazione cambia quando la fatica inizia a farsi sentire tra i titolari biancocelesti: la differenza la fanno anche i cambi. Inzaghi mette Milinkovic al posto di un esausto Lulic, preferendo presenza fisica alla corsa di Kishna. Poi dopo il gol di Kedhira entra Djordjevic per Radu, (si passa al 4-4-2) ma l’inerzia della gara non cambia.



La Juventus è brava a sfruttare una disattenzione della retroguardia biancoceleste (liscio di Biglia) per passare in vantaggio. I biancocelesti non hanno la forza per recuperare la gara, tentano solo qualche vano assalto nel finale senza idee e lucidità. E' mancata ad Inzaghi la carta da giocare a partita in corso, un giocatore come Keita per intenderci. La Lazio ha difeso in maniera ordinata, è stata molto aggressiva,  ha cercato di creare gioco ma si è dovuta arrendere ad una corazzata fortissima in tutti i reparti (sopratutto in panchina).

In fondo la Lazio non ha mai messo in seria difficoltà Buffon ma ha prodotto una prestazione di livello. Bastos e De Vrij sembrano una coppia difensiva che possa dare garanzie, come Biglia e Parolo a centrocampo. Se Felipe Anderson decidesse di ritornare decisivo e la società regalasse ad Inzaghi un altro esterno di qualità, con l’indomabile Immobile lì davanti la Lazio può rendersi davvero pericolosa, giocando alla pari con tutti. Senza Europa, la squadra di Inzaghi è chiamata a riprendersela.