Manca ancora l'annuncio ufficiale ma, entro la fine della giornata, Frank De Boer sarà il nuovo tecnico dell'Inter. Risale a sabato la missione di Ausilio per incontrare l'olandese per cui è pronto un triennale a 1,5-2 milioni a stagione per i prossimi 3 anni. 

Il divorzio tra la squadra nerazzura e Roberto Mancini era nell'aria da giorni, se non da settimane, e stanotte è andata in scena l'ultima puntata della telenovela: rescissione consensuale e buonuscita attorno ai 2mln di euro per il tecnico jesino che lascia così nuovamente Milano dopo due anni e zero titoli in bacheca.

E dunque la legge della minestra riscaldata si conferma ancora una volta attinente anche al mondo del pallone: dopo una prima esperienza ricca di successi, Mancini - tornato all'Inter tra gli squilli di tromba del novembre 2014 - saluta i nerazzurri senza essere riuscito ad incidere nè a livello di risultati (un'ottavo e un quarto posto) nè a livello tecnico. Difficile infatti trovare una vera identità alla squadra che, dopo una strepitosa prima parte di campionato - grazie soprattutto alla difesa granitica - ha subito un vistoso crollo nel girone di ritorno, mancando la qualificazione alla Champions, obiettivo minimo posto dalla società.

E quindi, cosa si ritrova in mano De Boer a due settimane dall'inizio del campionato? Il tecnico olandese, alla sua seconda vera esperienza su una panchina, ha spesso praticato un 4-3-3 moderno, caratterizzato da un gioco veloce e molto tecnico, che coccia contro l’idea di gioco muscolare scelta da Mancini e la presenza dei vari Kondogbia, MeloMedel ne è la conferma. Il centrocampo sembra infatti il rebus più importante da sciogliere per il neoallenatore che dovrà presto scegliere gli interpreti migliori per proporre il suo credo calcistico, dovendo però pescare in un reparto dalla tanta corsa e poco fosforo. 


La difesa va registrata ma la prima parte dello scorso campionato - si sono aggiunti gli innesti di Ansaldi ed Erkin sugli esterni - dimostra come gli elementi siano di buon livello. Qui le perplessità riguardano più che altro il tipo di approccio che porterà un mister non abituato a quel rigore tattico presente nel nostro campionato, contro cui spesso devono confrontarsi allenatori stranieri alla prima esperienza in Serie A

In avanti invece potrà lavorare con del materiale di prima qualità: Perisic e Candreva sono una coppia di esterni alti che ben si adatta alle caratteristiche di gioco di De Boer, rapidi, tecnici e in grado di ribaltare il fronte a piacimento; Icardi (sempre che resti) è un cannoniere implacabile, meno funzionale al gioco della squadra rispetto ai Milik o De Jong, ma con più gol in canna;  inoltre è bene ricordare come, nell'ultima stagione, De Boer sia andato ad un passo dalla quinta Eredivisie consecutiva scegliendo spesso e volentieri il 4-2-3-1, ovvero lo stesso modulo su cui stava puntando il Mancio, con Banega sulla linea dei trequartisti (posizione prediletta dal volante argentino).

In sostanza, se davvero dovesse essere confermato l'approdo nerazzurro, l'ex tecinco dei Lancieri non dovrebbe attuare una rivoluzione così netta e anzi dovrebbe scegliere la linea della continuità. Una scelta saggia e quasi imposta visto che, a due settimane dal via e con un mercato in entrata praticamente bloccato, il tempo per plasmare la sua squadra è veramente risicato.

L'obiettivo della dirigenza è quello del bel gioco e della linea verde ed è quindi logica la scelta di un tecnico giovane che punta sui giovani: tuttavia rimane una bella scomessa che ad oggi è difficile pronosticare se possa essere vincente o meno.