Nella terza uscita americana, l'Inter non va oltre l'uno a uno con l'Estudiantes. Per la formazione di Roberto Mancini, a segno, in apertura, il giapponese Nagatomo. Jovetic il migliore, per distacco. Al termine dell'incontro, il tecnico risponde alle domande dei giornalisti presenti e non lesina un velato attacco al fronte societario.
L'allenatore di Jesi allontana le dimissioni, ma non nasconde i problemi attuali. La permanenza a Milano - come si evince dalle sue parole - non è certa, non c'è un'ammissione palese dello stato di crisi, ma lo stato d'animo del Mancio è evidente. In attesa del vertice con Suning, la guida dell'Inter resta in trincea, con dubbi e interrogativi da sciogliere. L'imminente arrivo di Candreva può bastare?
"Dimissioni? Mi avete mai sentito parlare di questo? Io sono qui e come sempre lavoro per migliorare l'Inter. E spero che sia così anche per altri. Ci sono tensioni? Io penso solo a preparare la squadra per l'inizio del campionato. Le frasi di Thohir? Io faccio l'allenatore, lui fa il presidente e può dire ciò che vuole. Se Candreva aumenterebbe il valore della rosa? Lui è un giocatore della Lazio". "
Si passa poi alla partita. Ottima Inter, almeno fino al pari argentino. Squadra in grado di produrre buon calcio, di creare occasioni da rete, di divertire. Nella ripresa, energie in calo e gambe pesanti, prevedibile il passo indietro, data la rosa scarna a disposizione di Mancini.
"La partita? Abbiamo giocato molto bene nel primo tempo, potevamo fare almeno tre gol. Poi siamo calati, anche perché abbiamo pochi giocatori, a parte i ragazzini, e la fatica inizia a farsi sentire".